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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Pasqua, la speranza negli auguri del vescovo Regattieri

C'è "un invito alla speranza" negli auguri pasquali del vescovo di Cesena, Douglas Regattieri. "Basta ammirare i prati che, in questi giorni, si rivestono di erba verde..."

C'è "un invito alla speranza" negli auguri pasquali del vescovo di Cesena, Douglas Regattieri. "Basta ammirare i prati che, in questi giorni,  si rivestono di erba verde, i germogli che non vedono l’ora di aprirsi al calore del sole - dopo la lunga stagionale invernale e che inverno! - per iniziare quel processo che li porterà al fiore e poi al frutto? Non è meraviglioso. E' un invito alla speranza", ha affermato il vescovo.

Questo il testo integrale del messaggio: "Siamo ormai giunti alla festa e al tempo liturgico di Pasqua che si protrarrà fino al giorno di Pentecoste. Nella meditazione “Dalle sue piaghe siete stati guariti” ho invitato a volgere lo sguardo al Crocifisso per ricevere la grazia di rimarginare le tante ferite che ancora oggi l’uomo moderno porta nel suo corpo e nel suo spirito. Ora lo sguardo si concentra sul Risorto e la liturgia della Messa di Pasqua con le sue antifone ci dà precise indicazioni.

Canta l’antifona di ingresso: “Sono risorto e sono sempre con te!” (Salmo 138). Sono sempre con te! Quale consolazione! Non siamo soli. Ho l’impressione che ci sia nel cuore di molti uomini e donne tanta solitudine. Solo Cristo e i fratelli amati in Lui possono riempire questo vuoto: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

La sequenza pasquale - antico inno medievale - che la liturgia ci fa pregare prima della proclamazione del Vangelo, immagina che Maria Maddalena inviti i cristiani a mettersi in cammino dietro al Risorto: Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea. E Giovanni Paolo II, la domenica di Pasqua del 1987, commentava l’invito così: “Sì, prima lì nella terra che l’ha dato come Figlio dell’uomo. Nella terra della sua infanzia e della giovinezza. Nella terra della vita nascosta. Prima lì, in Galilea, per incontrare gli apostoli… e poi… e poi in tanti luoghi, a tante nazioni, popoli e razze! Oggi la voce di questo messaggio pasquale risuonato in Gerusalemme, presso la tomba vuota e riecheggiato in Galilea, desidera raggiungere tutti…”.

Celebriamo la festa con purezza e verità (1 Cor 5, 7-8): così ci richiama l’antifona alla comunione. Sono parole di san Paolo che rendono concreto l’impegno di annunciare il Risorto. Lo possiamo fare vivendo con purezza e verità. Non c’è un anelito alla purezza che soffia dal profondo di una società inquinata dall’egoismo e dalla ricerca sfrenata del proprio interesse individuale? Come non sentire un desiderio di Verità a fronte di menzogne più o meno nascoste che deturpano il volto della società?

La natura stessa custodisce questo desiderio. Basta ammirare i prati che, in questi giorni,  si rivestono di erba verde, i germogli che non vedono l’ora di aprirsi al calore del sole - dopo la lunga stagionale invernale e che inverno! - per iniziare quel processo che li porterà al fiore e poi al frutto? Non è meraviglioso. È un invito alla speranza. È un’immagine della Vita che ha trionfato sulla morte. A noi il compito di farla esplodere oggi nel tempo della nostra storia".

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