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Cronaca Cesenatico

Accusata di avere ucciso lo zio 87enne, la Corte d'Appello ribalta il verdetto e assolve la nipote

Giovedì pomeriggio la Corte di Appello ha ribaltato tutto assolvendo Paola Benini, la 62enne che era accusata di aver ucciso lo zio Alfredo 87enne, brutalmente aggredito in casa il 15 ottobre 2017 a Cesenatico

Giovedì pomeriggio la Corte di Appello di Bologna ha ribaltato tutto assolvendo Paola Benini, la 62enne che era accusata di aver ucciso lo zio Alfredo 87enne, brutalmente aggredito in casa il 15 ottobre 2017 a Cesenatico, nella frazione di Cannuceto.

Una decisione che ribalta tutto dopo molti anni se si considera che l'imputata era stata condannata dal tribunale di Forlì nel 2018 in primo grado a 24 anni per omicidio; condanna che era stata confermata nel 2020 dalla Corte d'Appello di Bologna anche se la pena era stata ridotta a 21 anni. La situazione è cambiata dopo che nel giugno 2022 la Corte di Cassazione ha deciso di rimandare tutto alla Corte di Appello, annullando la sentenza di 21 anni di reclusione.

Il giudice di legittimità di ultima istanza aveva annullato la sentenza di appello che aveva condannato la nipote della vittima, Paola Benini, oggi 62enne. La Corte d'Appello ha assolto la donna a distanza di sei anni dal primo verdetto, il movente dell'omicidio era stato individuato in motivazioni di carattere economico.

I fatti

Benini era ipovedente e assistito da una badante, che quel giorno non era in casa, perché nella sua giornata di riposo. I fatti risalgono al 15 ottobre 2017, l'87enne è poi morto in conseguenza delle lesioni riportate nell'aggressione il 13 maggio 2018. Dopo la condanna in primo grado a 24 anni, la Corte d'appello di Bologna aveva ridotto la pena a 21 anni, considerando le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante della minorata difesa.

In primo grado, la nipote Paola era stata condannata a 24 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato, questo era stato il verdetto della corte d'assise del Tribunale di Forlì. Un omicidio doloso maturato per motivi economici: questo il quadro uscito dal processo di primo grado e sostanzialmente confermato in appello. In particolare i giudici avevano sposato la tesi che Paola Benini temeva che l'anziano zio disponesse a favore della badante. Ora arriva l'assoluzione per la donna che è assistita dagli avvocati Francesco Pisciotti e Roberto Brancaleoni.

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