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Cronaca

Natale, il messaggio del vescovo: "Non sappiamo più chi siamo. Padre e madre sono stati trasformati in genitori 1 e 2"

Sono le parole nel suo consueto messaggio pre-natalizio del vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina, Douglas Regattieri

"Il primo presepe, 800 anni fa. A Greccio. “L’incontro di due protagonisti, il divino e l’umano, congiunti in una storia di amore che dona vita e pienezza a ogni vita: è questo il messaggio che il presepio racconta. (...) Oggi come allora l’uomo ha bisogno di Dio: oggi, forse ancor più di allora, c’è sete di un amore che vinca la ‘folla delle solitudini’ e stemperi l’accanirsi dei conflitti” (Bruno Forte).  Gesù fu risuscitato nel cuore dei molti che l’avevano dimenticato. Sono passati 800 anni: forse si ripete, oggi, come allora, la medesima storia. Gli uomini e le donne del nostro tempo hanno dimenticato Gesù? C’è bisogno di risvegliarlo. In quel lontano 1223 ci fu il carisma, la parola, l’esempio di Francesco capace di compiere questo miracolo: rendere vivo Gesù in quella stalla trasformata in piccola chiesetta. Oggi siamo noi, cristiani di questo tempo, a dover risvegliare prima di tutto in noi e poi nei nostri fratelli il Signore Gesù". Sono le prime parole nel suo consueto messaggio pre-natalizio del vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina, Douglas Regattieri.

"Le statuine di Gesù Bambino che collochiamo nei nostri presepi sono di pietra: fredde e inanimate. C’è bisogno di risvegliarle. Sì, Gesù attende di essere risvegliato, perché l’abbiamo dimenticato - continua il vescovo -. L’abbiamo dimenticato preferendo il suono assordante delle armi per ingaggiare sempre nuove guerre, al silenzio armonioso di quella Notte; l’abbiamo dimenticato scegliendo il fracasso, stordendoci la mente e il cuore così da impedirci di ascoltare il dolce canto degli angeli sulla grotta di Betlemme; l’abbiamo dimenticato confidando più nella presunta forza della violenza e della sopraffazione sull’altro mortificandone la dignità, piuttosto che affidarci alla potenza dei gesti teneri e miti dell’amore e della misericordia; l’abbiamo dimenticato declassando la famiglia, cancellando il nome del padre e della madre trasformandoli in numeri (genitori 1 e 2); l’abbiamo dimenticato cedendo sulla stabilità dei legami, tradendo gli impegni, consegnandoci a tutte le voglie, abbandonando la religione, scardinando le regole del buon vivere, confondendo il sano divertimento con lo sballo, la notte con il giorno".

"E così, eliminando i punti di riferimento fondamentali della vita umana, non sappiamo più chi siamo - conclude Regattieri nel messaggio -. Dimenticando Gesù, il nostro Salvatore, si è offuscata la nostra dignità di uomini e di donne, di figli di Dio. Risvegliamo, perciò, Gesù nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità. È di nuovo Natale. Non perdiamo questa rinnovata occasione di rinascita, per il bene di tutta la società. Buon Natale"

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