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Cronaca

Lucchi: "A Cesena ci sono 1300 famiglie povere, Roma faccia qualcosa"

Il sindaco: "Ci sono 1.300 famiglie povere, migliaia di disoccupati e di cassa integrati, gli sfratti esecutivi dei primi 5 mesi dell'anno sono giunti ben oltre il livello di guardia"

Il sindaco Paolo Lucchi interviene su settori spinosi come la povertà e la disoccupazione citando numeri istat. "A Cesena (che le indagini nazionali, univocamente, indicano come uno dei luoghi con la miglior qualità della vita in Italia), oggi ci sono 1.300 famiglie povere, migliaia di disoccupati e di cassa integrati (tra l'altro anche in attesa di capire se il fondo che garantisce loro almeno un reddito minimo, sarà rifinanziato o meno), gli sfratti esecutivi dei primi 5 mesi dell'anno sono giunti ben oltre il livello di guardia".

"Eppure l'Italia da giovedì sera sta discutendo solo della condanna definitiva dell'ex Premier Silvio Berlusconi (il quale, avendo governato per molti degli ultimi 19 anni, qualche responsabilità sulla situazione attuale dovrá pur prendersela!) ed addirittura qualche "uomo delle Istituzioni" come il Senatore Sandro Bondi dichiara che "o la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano, oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti". E qualche altro "uomo e donna delle Istituzioni" da giorni blatera di grazia indispensabile, necessaria, indifferibile, per l'ex Premier Berlusconi e della necessità di porre in cima all'agenda dei lavori parlamentari il tema della giustizia".

"Non il lavoro, non la crisi economica, non la povertà di tante famiglie italiane quindi: no, quella riforma della giustizia (chissà perchè ferma al palo nei lunghi anni nei quali "qualcuno" avrebbe avuto numeri ampi per concretizzarla, quella riforma) che servirebbe per garantire nuova agibilità politica al futuro di Berlusconi. C'e n'è abbastanza per indignarsi. C'e n'è abbastanza per chiedere che in Italia avvenga in fretta la cosa più normale al mondo - quella che, ricordiamolo, accadrebbe per ognuno di noi, se ci capitasse di venire condannati in modo definitivo - e cioè che la sentenza sia semplicemente applicata".

"C'è n'è abbastanza per augurarsi che più d'uno - tra coloro che oggi sono totalmente presi dalla ormai ventennale querelle che riguarda Berlusconi e le sue vicende personali - inizi a vergognarsi. Magari, riflettendo un attimo sul destino delle tante persone che anche a Cesena subiscono, loro malgrado, tutte le conseguenze di questa infinita crisi economica, poichè la loro dignità arriva ben prima delle crisi personali di qualunque leader nazionale. Ci pensino per un attimo anche le mosche cocchiere cesenati e gli ultras locali di Berlusconi. E sappiano che anche vicino a loro ci sono tante persone che, senza il coraggio di confessarlo, sanno come gli indignati di oggi abbiano ragione".

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