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Cronaca Montiano

Le opere di venti donne artiste in mostra in chiesa: "Così unite ma così diverse, celebriamo la bellezza"

"Le venti artiste presenti in mostra - continua il curatore - si caratterizzano e si diversificano, per età, entroterra culturale, linguaggi espressivi, tecniche e soggetti rappresentati"

Tutte donne. Tutte con una diversa personalità, ma che, in comune, hanno l'appuntamento nella suggestiva chiesa del Crocifisso di Montiano, oggi centro culturale, per mettere in mostra le loro opere d'arte. Qui, dove la sacralità religiosa del luogo valorizzerà la sacralità laica dei loro quadri, le venti artiste - sotto la guida artistica di Paolo Degli Angeli - da sabato 2 marzo fino a domenica 17, impreziosiranno le pareti con opere di diversa natura e fattura. La maggior parte di loro proviene dall'Accademia di Belle Arti, altre da Architettura, altre ancora sono delle appassionate autodidatte.  

"Non volevo condizionare nel modo più assoluto le artiste - ha spiegato Paolo Degli Angeli, il curatore di "Arte al femminile" - e quindi non ho dato una tematica da sviluppare. Ognuna è stata libera di portare e partecipare con ciò che preferiva. Il periodo in cui si svolge la mostra comprende l'8 marzo ma non vorrei che fosse intesa solo come una mostra per le donne e con le donne. E', prima di tutto, un'iniziativa che vuole celebrare l'arte. E' un omaggio alla bellezza. Loro sono così diverse ma così unite da uno stesso sentire e da comuni atmosfere che riescono a raccontare in forme insolite aspetti importanti del nostro tempo.

"Le venti artiste presenti in mostra - continua il curatore - si caratterizzano e si diversificano, per età, entroterra culturale, linguaggi espressivi, tecniche e soggetti rappresentati. Con le loro diverse modalità di racconto però tracciano percorsi che riflettono il clima vaporoso e disgregato del presente nel quale viviamo e offrono esperienze e prospettive che evidenziano la complessità dell’oggi e aspetti della condizione femminile nella società contemporanea. Pittura, mosaico, fotografia, scultura e l'installazione nell’abside sono mezzi con cui le artiste esprimono e narrano, in piena libertà e senza un tema imposto, il loro pensiero e i loro sentimenti".

Ma veniamo a presentare le venti artiste tramite le riflessioni di Paolo degli Angeli. "Il moderno realismo di Barbara Antonelli parte da lontano. La pittrice col suo stile concreto e con pennellate decise e veloci, racconta storie di ambienti, di vegetazioni nascoste, di momenti privati ma soprattutto di amici colti nella loro essenza più vera. I paesaggi celesti di Giovanna Benzi rivelano un saper fare capace di emozionare chi guarda. Frazioni di tempo e di spazio si fissano sulla tela e la mutevolezza delle nuvole, passando attraverso il ricordo e l’elaborazione intellettuale della pittrice, diviene Arte. Rita Benzoni col suo straordinario iperrealismo musivo e il suo ineccepibile fare, restituisce sacralità ai soggetti rappresentati con la consapevolezza di affidarci opere che, pur abitando la nostra epoca, risultano essere senza tempo. Rivoluzionaria e innovativa la sua Arte, induce a riflettere sul passato, sul presente e sul potere eterno dell'Arte di connettere culture diverse. L’architetto Anna Maria Bilancioni presenta un trittico realizzato durante il lockdown per il Covid. In esso emerge forte e chiaro la difficoltà del momento che tutti noi abbiamo vissuto. La reiterazione dei volti tristi e con le stesse sembianze, che sembrano galleggiare in uno spazio privo di punti di riferimento, pare essere una diretta allusione ad un’umanità impaurita e apparentemente incapace di reagire.  Impossibile parlare di Marina Caldari senza pensare al mare e a Mark Rothko. Figlia d’arte, dipinge paesaggi magici, evocativi, struggenti, dove i sogni si materializzano e prendono forma.

Paesaggi interiori, di ciò che sta nell’oscurità dell’inconscio, ma anche in gioiosi spazi dell’anima; un profondissimo respiro ad occhi chiusi che apre verso sconfinati orizzonti. Nicoletta Casali, fotografa e raffinata artista del contemporaneo, è presente con l'installazione collocata nell’abside dal titolo Conversazione. Da sempre col suo lavoro osserva il mondo femminile e ne rappresenta la sacralità. In un presente in cui tutto è eclatante, urlato e mostrato con forza, i mondi altri di Oriana Casavecchia appaiono come gemme preziose da contemplare con calma e dedizione fino a perdersi, percorrendo con lo sguardo i misteriosi sentieri, in cerca di varchi e approdi e sicuri. I minuscoli ma efficaci e potenti paesaggi dell’artista, inducono ad una riflessione profonda sulla natura ma anche sull’uomo.

Marina Degli Angeli si inserisce nel solco della nuova figurazione dove, dopo anni di forzato esilio, ritorna una pittura capace di fare sognare e trasmettere emozioni. Con un linguaggio che è un tributo a correnti artistiche del primo e del secondo dopoguerra, la pittrice ci racconta la parte bella della vita. Non manca però di narrare anche disfunzioni dell’oggi attraverso schemi volutamente tradizionali e piccole imperfezioni che restituiscono le difficoltà di un presente liquido e di un incerto futuro. Le equilibrate figure di Marina Fabbri, concepite sempre da originali intuizioni, da un fare capace e da una mano felice, scuotono ciò che risiede nei labirinti più reconditi del nostro sentire e ci indicano strade diverse per territori più etici dell’esistenza. È una scultura evocativa che emoziona, commuove e apre varchi all’immaginazione di chi guarda. Francesca Faraoni, artista eclettica, è presente in mostra con una serie di opere notevolmente poetiche. Con materiali diversi e con fare sicuro, l’artista materializza un pensiero che è un vero e proprio tributo al linguaggio universale dei sentimenti. Susanna Lelli è qui presente con alcune opere di una mostra tenutasi a Cesena nel giugno 2023 con Mauro J. Manzo dal titolo MICELIO. Come ben scrive Cristina Zama nella presentazione, il progetto espositivo si colloca «intorno al concetto di vita che si articola attraverso idee e temi quali la materia, la caducità, il ciclo vitale, il vizio; ma anche la ricerca estetica, la trascendenza».

Sculture a carattere funzionale, come a Roberta Luppi piace chiamarle, per spazi urbani o per interni (o i complementi d’arredo), delicate ed eleganti ma al contempo forti e monumentali, sono il frutto di una solida formazione, di un procedere lento e metodico e di un indagare la natura. Quando oggetti di uso quotidiano assumono una valenza artistica c’è alle spalle una forte sensibilità, un pensiero profondo e uno studio attento e circostanziato. È il caso di Maria Cristina Navacchia e dei suoi lavori che si inseriscono in un solco che va decisamente controcultura. L’idea di dar vita a manufatti che ci riportano agli albori dell’umanità, sia per la tecnica utilizzata sia per le decorazioni dal gusto che potremmo definire etnico-primitivo, sottende una forte critica al consumismo e ai disvalori della cultura occidentale. La professoressa di Arte Aurora Nocioli è presente in mostra con dei ritratti che ci riportano a quella stagione in cui la querelle fra figurativo e astratto, fra avanguardie e ritorno all’ordine era impetuosa ed aspra. La pittrice propende per un’interpretazione della realtà che richiama il lavoro di Antonio Donghi, di Felice Casorati, ma anche quello di Cagnaccio di San Pietro. L’ecclettismo di Michela Poggi, ora connotato da un segno sinuoso e fluente e da tematiche legate ad un universo di fiaba, ora da pennellate sfilacciate e decise con atmosfere che richiamano alla memoria artisti espressionisti del primo ‘900, diviene cifra inconfondibile del suo lavoro. Mediante un forte esercizio di realtà, l’artista alterna vicende del mondo femminile raccontate con scioltezza ed eleganza. Maria Quagliotti artista a 360 gradi, poetessa, instancabile sperimentatrice e artefice di numerosissime opere fatte con tecniche e materiali diversi, si presenta qui in veste di fotografa. Il suo lavoro, che potremmo collocare tra Schifano dell’ultima maniera e quello di un biologo in laboratorio, indaga costantemente il mondo circostante.

Ardua è stata l’impresa per selezionare, fra la miriade di scatti di Anna Maria Rossi, quelli presenti in mostra. Ci vorrebbe almeno l’intero spazio della chiesa per rendere onore ad anni di foto, che, se mi posso permettere di citare il grande maestro, si potrebbero definire alla Henri Cartier-Bresson, in quanto colgono con repentini click sorprendenti momenti di vita quotidiana. «Di rado ci si prende il tempo per osservare davvero un fiore». Queste parole, della famosissima pittrice americana Georgia O'Keeffe, pronunciate parlando del suo lavoro, sono perfette per addentrarsi nei meandri creativi di Luciana Rossi. La sua pittura che varia dal figurativo all’astrazione ci parla della complessità della bellezza e di ciò che risiede negli abissi più profondi dell’animo umano. Barbara Ruzziconi da sempre ha utilizzato prevalentemente la figura femminile quale soggetto privilegiato dei suoi lavori. Ora in modo diretto palesandone l'immagine ora in modo sottile e velato suggerendo ricordi, sensazioni, tracce. E questo viene fatto sempre attraverso una tecnica particolare, che lascia intravedere corrugazioni e imperfezioni del pigmento raschiato e che potremmo definire uno “scavo della tela”. I riferimenti colti presenti nelle opere, un fare capace e una spiccata propensione per la ricerca e la sperimentazione, caratterizzano i lavori di Monia Strada. Qui è presente con alcuni dipinti, della serie Sale d’attesa, colmi di pathos e poesia nei quali si possono cogliere suggestioni e rimandi al grande pittore tedesco Gerhard Richter, per le sfocature delle immagini e all’americano Edward Hopper, per le atmosfere sospese. Un racconto di luoghi di trepidazione ma anche di speranza che ci cala all’interno di esperienze direttamente vissute, mostrate con estrema verità, occhio impietoso, maestria tecnica e immensa poesia".

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