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Cronaca

La storia e i ricordi per i 50 anni di Amadori, maxi festa con 5mila dipendenti da tutta Italia

Sul palco del Palasport di Pesaro lo storico fondatore Francesco Amadori, star dell'evento, ma anche Fiorello

Non una festa ma un evento nazionale vero e proprio. I primi 50 anni dell'azienda Amadori sono stati festeggiati domenica al Palasport di Pesaro (unico disponibile nelle vicinanze di Cesena con un'ampia capienza) con un programma studiato da mesi nei minimi dettagli e un'adesione quasi completa da parte dei dipendenti.

Il pomeriggio di domenica, dal titolo "Give me fifty"  è partito con un suggestivo racconto del giornalista Federico Buffa che ha ripercorso parte dell'avventura iniziata nel 1969 dalla famiglia Amadori per finire con uno strepitoso spettacolo di Fiorello, da anni amico dell'imprenditore cesenate.

Più che una celebrazione dell'azienda, infatti, è stato un regalo per le migliaia di dipendenti arrivati da tutte le parti d'Italia. Un regalo pieno di ricordi e di emozioni. Difficile immaginare un'altra festa aziendale di queste proporzioni ma soprattutto un entusiasmo così autentico e reale manifestato dai dipendenti nei confronti di Francesco Amadori, la vera star del pomeriggio. "Un omino così piccolo che ha fatto così tanto" ha detto scherzosamente Fiorello rivolgendosi dal palco all'imprenditore cesenate.

Ad accogliere l'invito, come detto, sono state quasi 5 mila persone, la maggior parte dipendenti diretti di Amadori, tra cui commerciali, operai, agenti, amministrativi.

Già in tarda mattinata di domenica sono arrivati a Pesaro quasi un'ottantina di pullman da tutta Italia. E al palasport, agghindato a festa,  l'atmosfera si è scaldata subito, con con braccia in alto, selfie a gogo, applausi scroscianti all'arrivo di Francesco e striscioni appesi a testimoniare l'orgoglio di appartenenza a un'azienda che, anche nei momenti più difficili, è sempre cresciuta andando avanti con perseveranza. A far sentire la loro presenza i dipendenti della sala taglio di Santa Sofia con una scritta enorme appeso agli spalti. Accanto al loro striscione, a lettere ancora più grandi,: "Noi siamo...Francesco Amadori. La filiale di Bari c'è". E ancora "Prezzatura Mosciano","Bari è qui", "Amadori Treviso", "Brescia c'è".

Le foto del maxi evento di Amadori

Durante il pomeriggio Flavio e Denis Amadori sono stati intervistati dal volto noto televisivo Rudy Zerbi, raccontando alcuni aneddoti riguardanti la loro infanzia e il rapporto con Francesco. "Ogni tanto papà era talmente stanco quando tornava dal lavoro - ha spiegato Flavio - che si addormentava con la testa nel piatto. Era più il sonno della fame".

Francesca, la nipote che, come responsabile corporate communication Amadori, ha voluto e organizzato l'evento, ha raccontato di quando suo nonno Francesco, davanti all'allarme aviaria in Europa e il conseguente crollo delle vendite del pollo anche in Italia, decise - lasciando tutti a bocca aperta - di andare in televisione a metterci la faccia. E' nato così il suo primo spot pubblicitario che, per uno come Francesco, timido e riservato, era una cosa inimmaginabile. "Eppure - ha spiegato Francesca - dopo l'idea lanciata da un nostro responsabile marketing, ci ha dormito sopra una notte e poi, visto che aveva dormito bene, ha detto che sarebbe andato anche  in tivù". Sul palco è salito anche Francesco Berti, l'Ad dell'azienda, che ha parlato di futuro, ricordato come il primo obiettivo dell'azienda sia la sostenibilità, il secondo la responsabilità nei confronti delle 10 mila famiglie che dipendono da Amadori e poi l'espansione. Più si lavora bene, più si cresce, più si cresce, più gente lavora.

Dopo la storia, i ricordi e le previsioni è arrivato lui, il ciclone Fiorello che oltre a interagire con Francesco Amadori, chiamandolo affettuosamente Frank, e con tutta la "filiera" Amadori (la sua famiglia...) ha cantato, ballato e fatto il mattatore come solo lui sa fare. 

A un evento così non potevano mancare regali e premi. Infine per i dipendenti è stata organizzata una lotteria con l'estrazione di tre premi finali: un Samsung ultimo modello, un viaggio e una Fiat Cinquecento brandizzata Amadori. Pomeriggio memorabile quindi per l'azienda e per la famiglia Amadori, e con famiglia - come ha voluto concludere Francesca - non s'intendono i parenti stretti, ma coloro che hanno contribuito e contribuiscono tutti i giorni a far crescere l'azienda, una famiglia molto allargata. 

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