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Cronaca

"Io non sono io", grazie ad un parente compiacente vive per otto anni sotto falsa identità: scoperto

Un senegalese irregolare negli ultimi otto anni aveva ottenuto carta di identità, patente di guida, alloggio e lavoro sfruttando il permesso di soggiorno di un parente

Un curioso caso di sostituzione di persona andato avanti per otto anni scoperto dalla Questura di Forlì-Cesena. Il 28 dicembre all’Ufficio immigrazione si è presentato un cittadino senegalese di 50 anni per rinnovare il proprio permesso per soggiornanti di lungo periodo. Una pratica ordinaria se non fosse stato per la presenza nei terminali di polizia di un caso di apparente omonimia tra due persone, una delle quali (quella presente nell’ufficio immigrazione) destinataria anche di una pendenza giudiziaria, rimasta a lungo inevasa per la irreperibilità dell’interessato e solo da pochi giorni contestatagli. La circostanza ha insospettito gli operatori di polizia poiché invece, dalla documentazione prodotta ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno risultava che lo straniero avesse avuto una continua presenza sul territorio, mantenendo una residenza in un comune della provincia e lavorando continuativamente.

Le conseguenti verifiche dell’ufficio Immigrazione hanno permesso di evidenziare come l’appartamento che nella propria istanza l’uomo aveva indicato essere il suo domicilio fosse stato in realtà preso in affitto – producendo in sede di contratto una patente di guida - da una persona differente. Anche il contratto di lavoro depositato per giustificare i redditi, pur collegato al permesso di soggiorno dell’interessato, in realtà appariva essere stato sottoscritto dall’azienda con lo stesso individuo titolare della patente, non riconducibile alla persona presentatasi allo sportello dell’Ufficio Immigrazione.

Altri elementi inducevano a ritenere che l’interessato fosse stato fuori dall’Italia per diversi anni, periodo nel quale però, dai documenti forniti appariva aver invece lavorato e soggiornato in un comune della provincia, circostanza che rafforzava l’ipotesi che qualcuno, presumibilmente clandestino, si fosse sostituito al senegalese cinquantenne in regola con il soggiorno.

Ed è così che personale della Squadra Mobile e dell’Ufficio Immigrazione ha rintracciato la persona che aveva assunto l’identità dell’uomo in regola. Alla vista degli agenti che bussavano alla sua porta, l’uomo ha ammesso subito di essersi sostituito al senegalese rispondendo agli agenti “Io non sono io”, confermando così il quadro indiziario di una sostituzione di persona.

Davanti ai poliziotti l’uomo ha riferito di essere un parente del senegalese cinquantenne; costui, avendo deciso di lasciare il territorio nazionale, ormai da quasi otto anni, aveva pensato di aiutarlo, “passando” a lui, irregolare, la propria carta di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo di validità illimitata nel tempo. Grazie a tale documento, il parente irregolare, con qualche astuzia, era riuscito a nascondere la propria vera identità e con l’inganno ad ottenere una carta di identità italiana e una patente di guida con le generalità del parente in regola col soggiorno; così, grazie ai documenti ottenuti fraudolentemente, era riuscito ad affittare un appartamento e perfino a farsi assumere -nel tempo- da diverse aziende sul territorio.

Tuttavia oggi le carte di soggiorno devono essere aggiornate e sostituite con modelli elettronici con microchip di validità non più illimitata, motivo per il quale, dopo tanti anni, il cittadino senegalese cinquantenne era stato costretto a tornare in Italia. Al rientro però si è imbattuto prima nella sorpresa della contestazione della vecchia pendenza giudiziaria, e subito dopo nelle attenzioni degli agenti della Polizia di Stato che hanno smascherato l’imbroglio orchestrato.

L’autore della sostituzione è stato denunciato per i falsi compiuti ed è stato espulso dal Prefetto con Ordine del Questore a lasciare il territorio nazionale; nei confronti del senegalese cinquantenne regolare è stato avviato il procedimento per la revoca del soggiorno in ragione della prolungata assenza dal territorio e della falsa rappresentazione fornita all’Ufficio Immigrazione, avanti al quale ha inteso disegnare un quadro alloggiativo e lavorativo non corrispondente al vero.

Sono stati interessati anche gli altri enti che dovranno annullare i documenti falsi rilasciati. La più intricata sembra essere la posizione dell’Inps che dovrà stornare la contribuzione versata a nome del cittadino regolare ma in realtà effettuata dal parente sostituitosi al suo posto con l’inganno.

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