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Cronaca

In agitazione i lavoratori della casa di riposo, i sindacati: "Nulla di fatto nel tentativo di conciliazione"

Fanno un resoconto i sindacati Cgil, Cisl e Uil: "Come immaginavamo, il tentativo di conciliazione si è concluso con un nulla di fatto. Asp è rimasta ferma nei propri principi ritenendo troppe le ore di assistenza oggi erogate"

Si è svolto giovedì il previsto tentativo di conciliazione in Prefettura per la situazione che si è venuta a creare all'Asp Cesena Valle Savio, nella casa di riposo Nuova Roverella, con l'intenzione dell'azienda di diminuire le ore di assistenza previste a causa dei debiti di bilancio. In rappresentanza di Asp era presente il Direttore.

Fanno un resoconto i sindacati Cgil, Cisl e Uil: "Come immaginavamo, il tentativo di conciliazione si è concluso con un nulla di fatto. Asp è rimasta ferma nei propri principi ritenendo troppe le ore di assistenza oggi erogate e ribadendo la necessità di rientrare da un deficit di bilancio. Abbiamo sottolineato daccapo che è dovere dei soci rifondere anche  i debiti di bilancio e abbiamo ribadito la necessità di trovare altre soluzioni anche implementando i servizi resi, piuttosto che penalizzare la fascia più debole della popolazione togliendo ore di assistenza ai nostri anziani. Visto la pervicacia dell'Azienda che non ha ascoltato le nostre proposte compreso la richiesta di rimandare qualsiasi taglio alle ore di assistenza dopo che la regione si è espressa sul nuovo accreditamento (nuova accreditamento che  verrà approvato entro quest'anno) come FP CGIL -CISL FP- UIL FPL abbiamo deciso di procedere con la nostra agitazione coinvolgendo in prima battuta tutti i soci dell'Asp, e  chiederemo un incontro al sindaco di Cesena in quanto socio di maggioranza.  Chiederemo  tramite i nostri Sindacati Confederali il coinvolgimento del Comitato di Distretto e porteremo anche nei luoghi decisionali della politica la nostra protesta".

"La nostra è una difesa del lavoro pubblico, una difesa di un lavoro molto impegnativo come quello di assistenza alla persona,  e soprattutto è una difesa alla dignità che il servizio prestato all'anziano deve garantire. La nostra non è solo una battaglia a tutela delle ragioni dei lavoratori,  è una battaglia a tutela dei diritti dei più deboli,  dei più indifesi che sono gli ospiti delle nostre strutture".

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