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Cronaca

Gli studenti approfondiscono la storia degli ultimi 80 anni in ex Jugoslavia, la Regione li finanzia con 15mila euro

"Il fuoco sotto la cenere: la memoria, unica speranza di pace" è il titolo del progetto, ideato dalla scuola secondaria di primo grado "Viale Della Resistenza", che la Regione che ha deciso di finanziare con 15 mila euro

"Il fuoco sotto la cenere: la memoria, unica speranza di pace" è il titolo del progetto, ideato dalla scuola secondaria di primo grado "Viale Della Resistenza", che la Regione che ha deciso di finanziare con 15 mila euro per originalità e grande attualità. Quella cesenate è una tra le 76 proposte provenienti dagli istituti scolastici della regione che hanno partecipato al bando "Viaggi della memoria e viaggi attraverso l'Europa" dove a vincere sono stati solo 19 istituti e "Via Della Resistenza" è una delle poche scuole medie. Il progetto in sè consiste in un approfondimento della storia degli ultimi 80 anni in ex Jugoslavia: un racconto che parte dagli esuli istriani fino ad arrivare alla guerra civile e ai conflitti secessionisti del 1992. E' prevista la testimonianza di un'esule istriana di Predappio, Annamaria Silvani, che racconterà la sua storia, di quando, bambina, da un momento all'altro, non trovò più le scuole nella sua lingua. Poi, un uomo che ha vissuto la guerra a Mostar e un volontario cesenate che è andato nell'ex Jugoslavia durante il conflitto. I ragazzi, una cinquantina in tutto, saranno accompagnati dai professori in una visita tra Trieste, Basovizza, Fiume, Mostar e Zara per vedere coi loro occhi luoghi storici e avere un'interazione con la popolazione locale.

"Dopo 'C’è chi dice: no!', finanziato lo scorso anno, il nostro Istituto  si è aggiudicato per la quarta volta un finanziamento regionale sul tema dei viaggi della memoria - commenta soddisfatto Donato Tinelli, dirigente di "Viale Della Resistenza" - Molti anni fa, Hannah Arendt, vittima delle persecuzioni dovute alle sue origini ebraiche, scriveva: 'Nell'educazione si decide anche se noi amiamo tanto i nostri figli da non estrometterli dal nostro mondo lasciandoli in balìa di se stessi, tanto da non strappargli di mano la loro occasione d'intraprendere qualcosa di nuovo, qualcosa d'imprevedibile per noi; e prepararli invece al compito di rinnovare un mondo che sarà comune a tutti'. Nel nostro fare scuola quotidiano, tra i piccoli e i grandi drammi della preadolescenza - continua il dirigente - ci assumiamo costantemente la responsabilità del rinnovamento, di non lasciare nessuno dei nostri alunni in balìa di se stesso, di preparare ognuno al compito di rinnovare un mondo che sarà di tutti loro e, forse, anche di noi stessi. E non c'è un'età giusta per iniziare, i bambini prima affrontano temi importanti, di interesse sociale e civile, e meglio è. Per questo lavoro ringrazio le professoresse Valentina Cordella e Serenella Rocchi, e tutti coloro che parteciperanno al progetto, per la voglia di intraprendere sempre qualcosa di nuovo attraverso questa nuova emozionante avventura".

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