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Cronaca

Gli effetti dell'alluvione sulla psiche: "Importante ridurre l'ansia, ci possono volere anche sei mesi"

Sono numerose e diverse le situazioni che hanno colpito gli alluvionati ma tutte legate a doppio filo al trauma vissuto e allo stress accumulato

C'è chi in un momento solo ha perso casa, auto e lavoro. Chi, senza poter far nulla, ha visto sparire nel fango ricordi e oggetti personali. Sono numerose e diverse le situazioni che hanno colpito gli alluvionati ma tutte legate a doppio filo al trauma vissuto e allo stress accumulato. L'Ausl Romagna, come accade nelle situazioni di disastri naturali, si è subito messa in moto per assistere gli alluvionati anche dal punto di vista emotivo e psicologico, mettendo in campo una squadra di psicologi e psicoterapeuti con l'obiettivo di abbassare i livelli di ansia post-trauma.

A Cesena e a Forlì hanno operato gli psicologi di prossimità, mentre a Faenza, Russi e Conselice, sono state allestite tende della Croce Rosse dove psicologi dell'Epe (Equipe psicologiche per l'emergenza) e quelli che operano con Emdr (Eye Movement Desensitisation and Reprocessing) hanno operato su vasta scala. Una squadra di 120 esperti della psiche e delle emozioni che sono andati anche nelle scuole e negli asili.

"Siamo andati nelle zone rosse di Faenza - spiega Anna Navarra, cesenate, psicoterapeuta cognitiva comportamentale specializzata in Emdr e in Cft (Compassion Focused Therapy) - per stabilizzare le persone più traumatizzate. Sono ferite che non si vedono a prima vista ma gli effetti sono profondi. Si parla di sintomi acuti come ansia, calo di umore, irritabilità, alti e bassi, astenia, insonnia, scarsa concentrazione, voglia di solitudine, sogni e flashback ricorrenti. Quello che dobbiamo fare subito è stabilizzare le persone traumatizzate, lavorando sul corpo, cercando di radicarle al presente. Vanno rassicurate che quello che hanno vissuto è passato".

"Tutte le volte che ci ripensano, purtroppo, vengono ributtate indietro, al momento del trauma, e per loro diventa più complicato iniziare l'elaborazione. Per questo è importante fare esercizi di respirazione, di immaginazione. Chi ha perso una casa deve ricostruire mentalmente l'idea di un luogo sicuro, un luogo dove prova benessere. Dopo un trauma - continua a spiegare la dottoressa Navarra - le immagini legate a quell'evento restano bloccate nelle reti neuronali, per sbloccarle bisogna operare con stimolazioni calmanti, movimenti oculari, barre luminose, tapping, ripetizioni. L'importante è che i sintomi acuti, risposta naturale dopo un trauma, non si sedimentino e piano piano si trasformino in un disturbo conclamato. Abbassare l'ansia significa ridurre la possibilità che in futuro si manifesti un disturbo ".

Gli esperti dicono che servono sei mesi per staccarsi dall'evento. Sei mesi per iniziare a elaborare il lutto o un evento traumatico. "Sì, è vero - continua Anna Navarra, che ha operato come volontaria nei primi momenti dopo l'alluvione a Faenza, coordinata da Raffaela Oggianu - è necessario passare attraverso tutte le fasi: la prima, quella di incredulità, poi quella della rabbia, della depressione, dell'accettazione e, infine, della riorganizzazione. E' un percorso che dura mesi".

Qual è la fascia di persone che soffre di più in questa situazione? "Da quello che ho visto - spiega la psicoterapeuta cesenate - è la fascia di persone di mezza età. Gli anziani, generalmente, sono più forti, forse perché ne hanno viste tante. I giovani, invece, hanno tutta la vita davanti e più risorse per reagire. Mentre gli adulti, quelli che vanno dai 45 ai 60, fanno più fatica ad accettare di aver perso tutto quello che avevano costruito fino a quel momento e, contemporaneamente, avvertono tutto il peso di doversi rimettere in gioco".

Cosa deve fare un alluvionato per sentirsi meglio a livello psicologico? "Dedicarsi a discipline antistress come yoga e mindfulness. Se fatte in gruppo è ancora meglio perché sfrutta i benefici della connessione con gli altri. Gli "Angeli del fango", senza saperlo, oltre a essere stati utili concretamente, sono stati una medicina anche a livello emotivo e psicologico - conclude Navarra - perché hanno condiviso quel momento con i più sfortunati. Per assurdo gli alluvionati di Faenza quando sono stati sistemati tutti insieme al Pala Cattani stavano meglio di quando sono stati sparpagliati nei vari alberghi. Condividere una disgrazia alleggerisce il peso, sembra meno grave".

Anche se a Cesena la situazione sembra apparentemente tornata alla normalità, l'emergenza emotiva e psicologica non è finita, quindi, vari psicoterapeuti, tra cui Anna Navarra, proseguono la loro opera di volontariato dando supporto, gratuito, a chi ha bisogno di uno o due incontri per stabilizzare alcuni sintomi acuti. 
 

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