Famiglia sfrattata vive in auto, la sindaca: "Rifiutato un alloggio in co-housing, non una comunità per tossicodipendenti"
Il Comune di Mercato Saraceno e il settore Servizi Sociali dell'Unione Valle Savio fanno alcune precisazioni spiegando che la coppia di anziani ha rifiutato vari aiuti tra i quali anche un alloggio provvisorio in co-housing
Una famiglia sfrattata composta da due anziani coniugi vive in un'auto in una piazzola di sosta dell'E45. Il caso è emerso su diversi media, sia locali che nazionali, nella cornice di Mercato Saraceno. Il Comune di Mercato Saraceno e il settore Servizi Sociali dell'Unione Valle Savio fanno alcune precisazioni spiegando che la coppia di anziani ha rifiutato vari aiuti tra i quali anche un alloggio provvisorio in co-housing.
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Si legge in una nota della sindaca Monica Rossi: "Nei giorni scorsi il Comune di Mercato Saraceno e i servizi sociali di Unione dei Comuni Valle Savio sono stati citati a più riprese da alcune testate giornalistiche locali e nazionali in merito alla situazione di una famiglia in emergenza abitativa. Abbiamo sempre risposto prontamente ed in maniera puntuale ad istituzioni e giornalisti che chiedevano dettagli della situazione in oggetto, ma crediamo che, nel fragore mediatico di questi giorni, i contorni della vicenda non siano emersi con la dovuta esattezza, e a questo vogliamo porre rimedio", scrive il Comune.
"La famiglia oggetto di tanta attenzione dei media - viene spiegato - è conosciuta e supportata dal Comune e dal servizio sociale dell’Unione Valle Savio da molto tempo, ed è inoltre aiutata in maniera continuativa da tutte le associazioni del terzo settore e dalla comunità ecclesiastica, che insieme ai servizi sociali creano una importante rete di supporto alla marginalità. Nel marzo 2023 ci è giunta informazione del potenziale sfratto di cui questa famiglia era oggetto, e da quel momento il servizio sociale e l’amministrazione si sono impegnati per cercare una soluzione, e per mettere a punto, insieme al nucleo familiare, strategie che portassero ad una autonomia sociale ed economica. Delle svariate e consistenti proposte avanzate da amministrazione e servizi sociali nessuna è stata accolta dalla famiglia".
"Fra le soluzioni proposte - entra nel dettaglio il Comune di Mercato Saraceno - è importante citare: forme contributive per sostenere la famiglia nell’acquisto di una automobile; contributi economici per il sostegno all’affitto; assegnazione di un alloggio temporaneo per le emergenze abitative. L’alloggio citato a più riprese dal nucleo come soluzione offerta da amministrazione e servizi sociali non è affatto una “comunità di tossicodipendenti”, bensì un virtuoso progetto di Unione volto ad affrontare i problemi di emergenza abitativa sempre più presenti su tutto il territorio nazionale. L’appartamento offerto alla famiglia è parte di un progetto di co-housing che prevede affiancamento educativo ai fini di inserimento lavorativo e sociale, ed è stato progettato ad hoc sui bisogni delle persone ospitate. In questo progetto di co-housing sono al momento ospitate altre famiglie ed altri minori, con problemi di emergenza abitativa, esattamente come il nucleo in questione. Riferirsi al progetto di co-housing dell’Unione Valle Savio come ad una “comunità di tossicodipendenti”, come fatto dalla famiglia e da alcuni giornalisti, non solo rappresenta una menzogna, ma costituisce vera e propria diffamazione di tutte le persone ospitate".
Precisa ancora l'amministrazione mercatese: "La famiglia è in graduatoria per un alloggio di edilizia residenziale pubblica che per equità e giustizia sociale gli verrà assegnato solo nel momento in cui si raggiungerà la loro posizione nella lista, compatibilmente con le disponibilità del territorio. Ci teniamo poi a precisare che nell’ultimo colloquio avvenuto la famiglia ci ha comunicato di aver possibilità di ricevere ospitalità da un altro membro della stessa. Va inoltre sottolineato che soggiornare e pernottare in un’automobile posteggiata in una piazzola della strada E45, sempre che questo sia avvenuto, è pericoloso, oltre che illegale. Ed è completa responsabilità della famiglia aver deciso di compiere questo atto. Esprimiamo il nostro rammarico nel constatare l’assoluta parzialità e imprecisione delle informazioni riportate dai media a livello nazionale. Riportare le dichiarazioni di solo una delle parti in causa e non premurarsi nemmeno di verificarne l’attendibilità è sintomo di scarsa serietà nello svolgere la professione giornalistica, e lede immeritatamente l’onore di tutta la comunità di Mercato Saraceno, dell’amministrazione, dei servizi sociali dell’Unione, e di tante persone che hanno cercato per anni di aiutare questa famiglia".