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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Roncofreddo

Durante i lavori di sfalcio dell'erba compare una lapide: commemora un combattente e un patriota

Durante i lavori di sfalcio dell'erba che eseguiti a Montecodruzzo i primi giorni di novembre, nel giardino dove campeggia il monumento dei caduti, è apparsa una lapide commemorativa

Durante i lavori di sfalcio dell'erba che eseguiti a Montecodruzzo i primi giorni di novembre, nel giardino dove campeggia il monumento dei caduti, è apparsa una lapide commemorativa. I residenti affermano di essersi visti letteralmente comparire davanti agli occhi e da un giorno all'altro questa lapide, appoggiata al terreno, a ridosso delle mura che separano il giardino dalla chiesa di Santa Maria Liberatrice e non sanno spiegarsi come sia potuta finire lì, né chi l'abbia portata. 

«Del rinvenimento abbiamo sporto denuncia alla stazione dei Carabinieri – afferma la Vice Sindaca Daniela Dellachiesa – e a metà novembre abbiamo interpellato lo studioso Andrea Antonioli, Presidente del Centro Studi Olim Flaminia di Cesena che così ha cominciato le ricerche condotte assieme al Vice Presidente Giampaolo Grilli. Le ricerche hanno preso in considerazione l'Archivio Storico matricolare del Ministero della Difesa, l'Anagrafe e l'Archivio storico del Comune di Roncofreddo e l'Anagrafe del Comune di Cesena, mentre sono stati consultati gli elenchi dei combattenti e delle guerre risorgimentali presso la Biblioteca Malatestiana. Inoltre, Antonioli e Grilli hanno esaminato accuratamente la lapide ed effettuato dei rilievi a Mantecodruzzo, Santa Lucia e Oriola». 

«L'iscrizione non riporta alcuna data di deposizione – raccontano Antonioli e Grilli – e ricorda un Gasperoni Pietro, che si distinse per aver combattuto sui monti del Tirolo nel 1866, la battaglia di Bezzecca del 21 luglio che vide protagonisti anche volontari cesenati che andarono in supporto a Giuseppe Garibaldi durante la III Guerra d'Indipendenza italiana. Non si trattava quindi di un caduto, né a un ufficiale, bensì di un semplice soldato che non aveva ricevuto alcuna medaglia al valore o al merito. Presso l'Archivio Storico matricolare del Ministero della Difesa è stato individuato il soldato Gasperoni Pietro di Luigi del Comune di Cesena (matr. n. 2097), arruolato presso il 6° Reggimento Fanteria Volontari Italiani nella Campagna del 1866, che è sicuramente lo stesso personaggio menzionato nella lapide. Abbiamo quindi tentato di risalire all'identità dell'altro personaggio commemorato nella lapide, cioè Valducci Pietro e dalle ricerche condotte all'Anagrafe del Comune di Cesena risulta un Pietro Valducci nato a Cesena l'11 luglio 1857, figlio del fu Giovanni e di Discepoli Santa. Valducci, coniugato con Guidi Lucia e abitante a Cesena in Via Madonna delle Rose. Qualificato come «agente di campagna» era emigrato a Umbertide il 19 gennaio 1923 e poi tornato il 14 agosto 1931 a Cesena, dove morì il 18 agosto 1936 per emorragia celebrale e paralisi. Da questi scarni dati e dall'iscrizione lapidea si desume che non fu un combattente garibaldino del 1866 ma un semplice patriota repubblicano».

Gasperoni e Valducci erano sicuramente originari di Cesena o del Cesenate, probabilmente della frazione di Oriola o dintorni e vennero entrambi omaggiati per le loro «virtù domestiche e civili», come riporta testualmente la lapide. La dedica venne loro tributata dal Circolo Repubblicano di Oriola, intitolato a Eugenio Valzania (nativo peraltro della vicina San Demetrio). Gasperoni e Valducci dovevano certamente far parte di questo Circolo che fu attivo tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento. Da alcune testimonianze Antonioli ha scoperto che il Circolo “Eugenio Valzania” fu smantellato negli anni subito posteriori alla Seconda guerra mondiale e al suo posto fu eretta la chiesina che ha soppiantato il preesistente edificio. Pare inoltre che il Circolo, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, fosse occupato e frequentato sia dai Repubblicani che dai Fascisti, ma che in seguito a intemperanze disordini fosse stato smantellato e, dopo il conflitto, riformato nei pressi di Santa Lucia (sempre nel Comune di Cesena) diventando un Circolo Repubblicano che gli anziani del paese chiamavano «e zircul de Rilin», ossia «il Circolo della piccola Rella», ove Rella sta a significare la foglia dell'edera simbolo del partito Repubblicano. 
Dunque i due personaggi erano cesenati e la lapide che li commemora doveva essere affissa presso il Circolo repubblicano di Oriola. La lapide, che misura cm 112 x 82,5, è scolorita e purtroppo manca della data e di notizie utili per risalire all'anno della deposizione. Quel che conta è che apparteneva alla comunità di Oriola (cesenate o roncofreddese non fa differenza) e ciò è testimoniato dal suo rinvenimento nella vicinissima Montecodruzzo a circa tre chilometri da Oriola.

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