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Morte Pantani, l'avvocato della famiglia: "Sarà un'indagine lunga e complessa"

A volere a tutti i costi la riapertura delle indagini è stata mamma Tonina: "Tutte quello che ho sempre sostenuto sulla morte di Marco ha trovato conferma"

E' stata affidata al pubblico ministero di Rimini, Elisa Milocco, la nuova inchiesta sulla morte di Marco Pantani a seguito dell'esposto presentato dai familiari del Pirata. Milocco, da pochi giorni in Romagna, ha iniziato le ferie già programmate, ma si è portata con se le carte dell'esposto per una prima presa di contatto durante le vacanze. Gli accertamenti entreranno nel vivo nel mese di settembre. Anche l'avvocato che tutela la famiglia dell'indimenticato campione di ciclismo, Antonio De Rensis, è consapevole del lungo lavoro che dovrà affrontare la magistratura.

"Si tratta sicuramente di una indagine complessa, lunga e che avrà degli step, uno propedeutico all'altro - ha affermato De Rensis -. Ci saranno varie fasi. Ma è importante che l'indagine sia partita con questo impulso". L'esposto, ha aggiunto, "è una rilettura, un esame degli atti di indagine e processuali, c'è una corposa e approfondita consulenza scientifica, tutti elementi che convergono verso una direzione molto precisa. Ci sono state molte mancanze, molte lacune, accertamenti non fatti e una tesi seguita poche ore dopo la scoperta del corpo di Marco mai piu' abbandonata e che credo vada invece assolutamente rivisitata".

Per il legale, "la strada si illuminerà da sola iniziando a fare luce sulle mancanze, sulle lacune, sulle incongruenze e sulle anomalie". "Le carte - ha aggiunto - parlano molto, il video parla molto. Verificando anche altri dati credo che sia possibile colmare queste lacune". Per quanto concerne l'inchiesta, "la dottoressa Milocco mi ha dato l'impressione di una persona molto rigorosa. C'e' grandissima fiducia nell'opera della magistratura e daremo il nostro piccolo supporto perchè i fatti vengano chiarificati e la verita' fattuale prevalga su quella ufficiale che penso sia molto lontana dalla verità dei fatti".

Uno degli aspetti evidenziati dall'esposto riguarda anche i tabulati ricavati dai cellulari degli spacciatori che fornivano la cocaina a Pantani e che hanno patteggiato pene a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni e 10 mesi, per spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Un traffico molto fitto, anche verso altri numeri, tra le 13 e le 20 del 14 febbraio 2004, quando il vincitore del Giro e del Tour '98 era gia' morto, ma non lo si sapeva ancora perche' il corpo non era ancora stato scoperto nella stanza D5 presa in affitto al Residence Le Rose di Rimini: "Le telefonate - ha riferito De Rensis - sono uno dei vari spunti: la rilettura del traffico telefonico potra' darci qualche indicazione".

Secondo l'esposto, il Pirata non sarebbe morto per una assunzione volontaria di cocaina in solitudine, come concluso dalla prima indagine, ma potrebbe essere stato prima picchiato da persone che probabilmente conosceva e a cui avrebbe aperto la porta, poi una volta stordito sarebbe stato ucciso facendogli ingerire una grande quantita' di cocaina diluita in acqua. A volere a tutti i costi la riapertura delle indagini è stata mamma Tonina: "Tutte quello che ho sempre sostenuto sulla morte di Marco ha trovato conferma. Non mi sono sbagliata. Per niente. Mi hanno dato della matta, mi hanno detto di tutto ma io non ho mai mollato, e alla fine ho avuto ragione".

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