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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Lugaresi e gli Ultrà: "Non mi hanno mai amato. Ancora oggi sento disagio"

Il rapporto tra il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi e gli Ultras: un rapporto non facile, anzi a volte un vero calvario. E' lo stesso Lugaresi a riconoscerlo, nel "diario a puntate" che il patron del Cesena sta pubblicando sulla sua bacheca Facebook

Il rapporto tra il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi e gli Ultras: un rapporto non facile, anzi a volte un vero calvario. E' lo stesso Lugaresi a riconoscerlo, nel “diario a puntate” che il patron del Cesena sta pubblicando sulla sua bacheca Facebook. Dopo quello di ieri che aveva illustrato le sue dolorose vicende personali che lo avevano portato ad abbandonare il mondo del pallone, la nuova puntata si fissa sul rapporto con la tifoseria. Un rapporto che Lugaresi vorrebbe schietto e genuino.
 

Scrive su Fb Lugaresi: “E pensare che la squadra di calcio, l’A.C.Cesena, quando l’avevo ereditata da mio padre era veramente disastrata. In serie C e con un sacco di debiti. Poi eravamo riusciti a riportarla in serie B e le cose erano andate decisamente meglio. La gara di ritorno a Lumezzane era ormai diventata un’incognita. A loro bastava pareggiare per essere promossi, ma noi avevamo solo un risultato a disposizione: la vittoria. Prima di partire da casa avevo rassicurato Donatella che saremmo tornati vincitori e lei con quegli occhi tondi che faceva solo in determinate occasioni, mi aveva guardato con grande affetto capendo che le mie parole e quella sicurezza, non erano altro che una piccola recita. Ce la facemmo con le buone e con le cattive. Biserni compie una magia e vinciamo nel secondo tempo supplementare. Incredibile!una gioia da lacrime! Non sono mai stato accettato e amato dai nostri Ultras, anzi direi che il loro sentimento nei miei confronti era proprio l’opposto, ma non m’interessava più di tanto, anche perché sentivo vicino tutti gli altri nostri tifosi”.
 

E sugli ultras dice: “Non me li sono mai ruffianati, non ho mai allungato biglietti omaggio o gadget o peggio ancora, pensato di allungare denaro. La contestazione nei miei confronti è sempre stata spietata e feroce, del resto portavo lo stesso cognome di Edmeo. Scritte di contestazione, dentro lo stadio di Cesena hanno fatto bella mostra di se "MEGLIO L'ECCELLENZA DI QUESTA DIRIGENZA". Per non parlare dei cori fantasiosi. Hanno anche composto una canzone dura, ma godibile contro di me. Questo acredine ha cementato il loro gruppo. Non c’è niente di peggio che lavorare nell’indifferenza ed io non ho dovuto affrontare anche questa prova. L’odio ha ,in quel caso alimentato la logica del branco. E poi anche in giro per la città con biglietti anonimi dentro la mia casella della posta di casa o sotto il tergicristallo dell’auto. Intendiamoci a Cesena problemi seri di sicurezza, no ce ne sono mai stati assolutamente, ma ero sempre al centro di una contestazione a prescindere. Vincessi o perdessi. Non temevo di prendere qualche schiaffo passando tra loro dopo una vittoria così importante. Figuriamoci se degli scalmanati mi possano spaventare più di un bufalo nella savana o peggio ancora di un elefante, anche se in effetti temo molto di più gli uomini degli animali. Noi uomini siamo certamente l’animale peggiore in assoluto”.
 

Ritorna col pensiero a Lumezzane, quando a Lugaresi venne precluso l'accesso agli spogliatoi e si trovo solo in mezzo alla tifoseria: “Ma quella brutta sensazione di non essere accolto neppure dopo una vittoria così straordinaria, si era impadronita di me mentre passavo tra di loro. Probabilmente molti non si sono neppure accorti che fossi lì in mezzo. Come potevano immaginarlo. Non succede così! Il Presidente è negli spogliatoi, non fuori dai cancelli. In quella giornata di gioia, l’amaro che ho provato nello stomaco per il disagio di non sentirmi parte della marea festeggiante, mi ha rovinato la festa. Gli Ultras quel giorno, hanno senza saperlo, colpito a fondo e vinto la loro battaglia: hanno scolpito per sempre dentro di me quella sensazione di disagio, non se ne sarà mai più andata. Ancora oggi che non sono più Presidente di nulla, non amo andare allo Stadio se non in tribuna dove, per la verità, la partita è un po’ meno divertente. Mi piacerebbe andare in gradinata quando c’è il primo sole di primavera o in curva a sentire da vicino cantare a squarciagola, ma non mi sentirei ancora a mio agio. Quando invece mi capita di andare a vedere una partita dove il Cesena non è in campo allora vado in ogni ordine di posto”.

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