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Villa Silvia Carducci: la storia e le curiosità della dimora che ospitò la contessa ed il poeta

La contessa Silvia morì nel 1920, lasciando per testamento la villa al Comune di Cesena, affinché vi ospitasse un’opera benefica, in memoria del figlio Pietro e di Giosuè Carducci.

Il legame tra la contessa Silvia e il poeta Giosuè Carducci rivive a Villa Silvia Carducci, lo splendido edifico a Lizzano, che fu salotto della borghesia tra l'Ottocento e il Novecento, che oggi ospita i musei “Musicalia” e Carducciano e dove si possono ammirare la camera del Carducci e il salotto della contessa.

La villa settecentesca nel 1874 divenne proprietà della contessa Silvia Pasolini Zanelli, che ne fece un importante cenacolo della cultura romagnola. Alcuni fra gli intellettuali più illustri della Romagna del tempo frequentarono la dimora: gli scrittori Nazzareno Trovanelli, Antonio Messeri, Paolo Amaducci; musicisti come Balilla Pratella, Achille Turchi, Federico Sarti, il celebre cantante lirico Alessandro Bonci e soprattutto Giosuè Carducci. Qui il poeta trascorse undici soggiorni, dal 1897 al 1906, durante i quali godette della quiete del parco, della mitezza del clima, dell’ascolto della musica e le parole della contessa, donna di spirito e di vasta cultura, legandosi al luogo al punto da esprimere il desiderio di chiudere la sua vita nella tranquilla pace del luogo. E proprio qui fu ispirato a comporre la famosa Ode alla Chiesa di Polenta.

La contessa Silvia morì nel 1920, lasciando per testamento la villa al Comune di Cesena, affinché vi ospitasse un’opera benefica, in memoria del figlio Pietro e di Giosuè Carducci. Da allora e fino ad oggi il Comune di Cesena ha promosso varie iniziative sociali e culturali: per oltre un cinquantennio vi funzionarono un preventorio tubercolare per fanciulli e una scuola materna; in seguito, una ludoteca, varie attività ricreative e manifestazioni culturali che continuano tutt’oggi.

Dal 2007 Villa Silvia-Carducci è sede dell’AMMI, l’Associazione Musica Meccanica Italiana, che sviluppa l’attività di ricerca, studio, divulgazione, salvaguardia e restauro degli strumenti musicali meccanici, con una ricchissima biblioteca. Inoltre, ha sede nei locali della villa i musei “Musicalia” e Carducciano.

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