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La storia di Quarto: dalla frana, alle Centrale Idroelettrica al boom economico

Sulle origini e sulla storia della frazione di Quarto, in comune di Sarsina, don Daniele Bosi, parroco di Villa Chiaviche ed appassionato di storia locale, ha raccolto molto materiale per riscostruire gli eventi principali che raccontano qualcosa di questa piccola comunità

È fissata per domenica 22 agosto la tradizionale festa al Santuario della Madonna Pellegrina di Quarto. Alle 18 il Vicario Generale mons. Piergiulio Diaco celebrerà la messa e presiederà la solenne processione, che verrà animata dalla Banda di Sarsina, la quale intratterrà i presenti durante il rinfresco a misura di Covid. Sulle origini e sulla storia della frazione di Quarto, in comune di Sarsina, don Daniele Bosi, parroco di Villa Chiaviche ed appassionato di storia locale, ha raccolto molto materiale per riscostruire gli eventi principali che raccontano qualcosa di questa piccola comunità. 

"Il nome deriva dalla distanza da Sarsina: quattro miglia. Ecco il motivo del nome, Quarto. Già da qui capiamo che le origini di Quarto si perdono nella notte dei tempi. Il primo documento rimastoci che attesta l’esistenza di una cappella presso Quarto è un diploma papale, redatto a Velletri il 27 agosto 1182, dove papa Lucio III conferma ai canonici della Cattedrale di Sarsina e al loro arcidiacono Rainerio la protezione apostolica, le immunità concesse dal defunto Vescovo Uberto ed elenca i privilegi ad essi attribuiti in diversi luoghi della Diocesi. Oltre alla cappella di Santa Maria in Quarto viene citata anche la cappella di Piandogna, situata nel territorio della parrocchia di Quarto", racconta Bosi.

La frana

"Nel 1812, il 21 marzo alle ore 8, avvenne un’enorme scoscendimento di terreno. La frana si mosse dal monte di Facciano, con tale veemenza e in profondità, così notevole, da travolgere terreni e fabbricati. In questo gravissimo infortunio rovinarono chiesa, canonica, cimitero, case circostanti. Nel fiume Savio si venne a formare la località che ora è denominata “Lago”, formata dalle acque per l’enorme gettito dei detriti della frana. Sotto le macerie della canonica perì la madre del parroco, don Luigi Neri"

La centrale idroelettrica

"Nel 1925 entra in funzione la Centrale idroelettrica di Quarto,  che normalizzerà l’erogazione della corrente elettrica nella Valle del Savio. Scompariranno le lampade a petrolio e verranno sostituite dalle comuni lampade a incandescenza. A Sarsina la “luce” era arrivata già da quattro anni, nel 1921, per la messa in opera della centralina del Mulino del Grillo (nell’Area della necropoli romana di Pian di Bezzo) da parte di una società locale, nata per volere del canonico Candido Marinelli e del benestante Costante Salvadori - ricorda Don Bosi - .La Centrale di Quarto per decenni divenne il punto di ritrovo principale per i ragazzini. I giovani di Quarto Vecchio e quelli di Piandisotto si davano spesso appuntamento, specialmente nelle luminose sere d’estate, in centrale, dove vivevano le famiglie che vi lavoravano. I giochi più ricorrenti erano, solitamente, giochi semplici come "Liberato", "Rubabandiera", “Mondo”.  In seguito divenne un punto di incontro anche per gli adulti, perché si proiettavano film per tutti ed era così un’occasione per scambiare quattro chiacchiere tra i paesani e non. Ora tutta la zona è abitata da un dipendente dell'Enel in pensione, Enzo Petracci e famiglia, che vi si reca prevalentemente in estate e nei fine settimana. Le altre abitazioni, da molto tempo abbandonate, sono quasi crollate".

La scuola e la maestra Conti

Le lezioni della scuola elementare si svolgevano in un ambiente piuttosto grande, "che si trovava nella casa colonica abitata dalla famiglia Milanesi. Successivamente fu costruito il palazzo scolastico con l'abitazione per le insegnanti vicino alla casa cantoniera. Dai poderi sopra Piandisotto (Casellina e Petronilla) venivano vari bambini, arrivati in “centrale” si aggiungevano altri bambini che abitavano lì e andavano insieme a scuola, erano già 10/12 bambini provenienti da quella parte, altri 20 e più bambini arrivavano da “Quarto vecchio” e altri poderi circostanti per cui in totale in quella scuola c’erano oltre 30 bambini. La scuola era divisa in due pluriclassi. Per riscaldare le aule c’erano due grandi stufe in terracotta - spiega -  e, non essendoci bidelli, erano gli stessi bambini ad accendere e caricare la stufa durante l’inverno. Per molti anni durante e dopo la guerra a Quarto ci sono state due Insegnanti storiche, Guidi Adelaide e Conti Teresa, molto brave ma anche molto severe. Attualmente quel palazzo è stato trasformato in case popolari.  La maestra Conti dava lezione anche agli alunni delle scuole medie che avevano qualche difficoltà. Grazie a lei nascono a Quarto i primi programmi culturali-ricreativi aperti a tutti. Erano gli anni Cinquanta quando, su un palco un po' improvvisato in un locale del bar ora denominato "Bar del Lago", la maestra Conti presentava ad un folto pubblico la prima commedia".

ll boom economico

Nei primi anni Cinquanta, nella frazione della Massa, vi erano numerose famiglie. La strada non era asfaltata e non esistevano i mezzi di trasporto moderni. Così le persone che avevano bisogno di recarsi al mercato a San Piero o a Sarsina scendevano a Quarto a piedi con scarpe vecchie e se le cambiavano nella falegnameria di Pietro. Così lui doveva essere nella falegnameria di mattina presto per favorire queste persone disagiate. Oltre all'agricoltura vi erano due negozi alimentari e osterie, un calzolaio Bruno, detto Gandi, che aveva sposato Severina Marini di Piandangelo e c’era anche un fabbro, Para Leardo, che in tempi moderni fonderà la Ditta "Sampierana Macchine", sopra ricordata, oggi molto apprezzata anche all'estero.  Non mancava l'organizzazione per il tempo libero. Nella stessa sala dove si svolgevano le commedie si ballava. In seguito venne allestita anche una pista da ballo all'aperto, per l'estate. Alcuni ragazzi si ingegnarono nel formare una orchestra, i cui componenti erano: Santini Pietro alla fisarmonica, Santini Renzo (chitarra e batteria), Santini Aurelio (saxofono e clarino) e Gianni Marini (violino) - prosegue Bosi -. Negli anni '50-'60 la zona di “Quarto centro” ebbe un importante sviluppo edilizio con la costruzione di nuove case, la Chiesa con annesse opere parrocchiali, le case popolari e successivamente la scuola materna/elementare. In pochi anni il traffico sulla strada nazionale aumentò notevolmente. Le attività commerciali locali (generi alimentari, osterie, ristoranti) ne trassero grande beneficio. Anche per gli operai e braccianti la situazione economica migliorò grazie alle opportunità di lavoro offerte dai nuovi investimenti pubblici (strade, scuole, case popolari) e dalle numerose iniziative private.Anche in queste zone si respirava aria di  “boom economico”. In tutto questo rifiorire era necessaria una nuova chiesa. Tutto il resto stava nascendo".

Il Santuario della Madonna Pellegrina

"La Curia sarsinate fece, il 7 gennaio 1947, una prima domanda al Ministero dei Lavori Pubblici per chiedere la costruzione di una nuova chiesa intitolata alla Natività di Maria, titolo storico, richiesta ripetuta il 22 maggio 1950 dal Vescovo Emilio Bianchieri". Dal libro “Cronicon” della parrocchia di Quarto, si legge o il racconto di don Antonio Buffadini (nella foto): “Trovandomi in qualità di direttore spirituale di un Istituto religioso di Suore a Figline Valdarno, ebbi la visita del rev.do Arciprete di Montecastello don Osvaldo Balducci al quale, tra l’altro, confidai il desiderio di erigere una chiesetta nella frazione detta “Satone” a 3 km da San Piero in Bagno, dove tutt’ora vivono i miei fratelli con la mia cara mamma di ben 88 anni che,grazie a Dio, porta benissimo e gode della più perfetta salute. A questa confidenza l’ottimo arciprete riprese: “Don Antonio, dato il vivo desiderio di Mons. Bianchieri di erigere il Santuario della Madonna Pellegrina, precisamente sul lago di Quarto, non le parrebbe più facile e conveniente di fare questo bene a Quarto anziché al Satone? E, tanto per farla breve, mi riservai di pensarci e riflettere bene prima di decidere. Decisione che poi fu affrettata, ossia causata, dalla solita….incomprensione sia dei parenti che dell’arciprete e così accettai la proposta in linea di massima pregando il Vescovo di dirmi a quali condizioni”. Dopo una serie di peripezie e lungaggini,  "Don  Antonio Buffadini scrisse alla nuova giunta comunale e, finalmente, il 7 luglio del 1952, dopo due mesi di lavoro della ditta Giuliani di Montecastello, il vescovo mons. Bianchieri potè benedire la prima pietra del nuovo cimitero e  l’inizio dei lavori e il luogo dove sorgerà il Santuario della Madonna Pellegrina.Tantissime aziende e ditte locali sono impegnate nella costruzione del Santuario che fu inaugurato il 17 ottobre 1954", conclude Bosi.

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