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Sorrivoli: lo splendido borgo medievale, capitale dei burattini

Il castello ha mantenuto inalterato il proprio fascino negli anni, sono ancora visibili le due porte di accesso. Anche la rocca si presenta intatta, accessibile dalla strada principale del paese, passando per la scalinata che conduce all’antico ingresso

Nelle colline sopra Roncofreddo sorge una piccola chicca medievale immersa nel verde, il borgo di Sorrivoli, che non arriva nemmeno a cento abitanti, ma è dominato dal millenario castello ed animato, in agosto, dal Festival dei burattini, un appuntamento di richiamo internazionale, unico in Italia. Una panorama mozzafiato, sopra la valle dell’Urgon, incornicia questa piccola frazione, che merita senza alcun dubbio di essere visitata, per ammirare ancora oggi le caratteristiche del borgo medievale fortificato. 

La storia del borgo e del castello
Il castello ha mantenuto inalterato il proprio fascino negli anni, sono ancora visibili le due porte di accesso. Anche la rocca si presenta intatta, accessibile dalla strada principale del paese, passando per la scalinata che conduce all’antico ingresso. Qui un piccolo ponte in muratura ha preso il posto dell’originale ponte levatoio. Meritano una visita anche i sotterranei del castello, probabilmente adibiti a scuderie nell’antichità.

Il nome Sorrivoli deriva da “subripula”, ovvero sopra una riva: questo toponimo indica appunto il luogo sulle rive del torrente Pisciatello o Urgon, che è stato al centro di una disputa per cui, secondo alcuni, questo corso d’acqua sarebbe il vero Rubicone. Sorto sul confine tra Roma e la Gallia, le prime notizie del castello si hanno intorno all’anno mille. Di proprietà degli arcivescovi di Ravenna, nel 970 fu concesso in feudo al conte Rodolfo di Rimini. Gli imperatori Ottone IV e Federico II e Papa Gregorio IX confermarono tutti i privilegi concessi. Durante l’ascesa dei Malatesta, nel XII secolo, anche Sorrivoli fu soggetta al dominio della potente famiglia, precisamente Malatesta ramo di Sogliano. Nel 1290 il castello passò poi alla Santa Sede, che lo affidò nuovamente alla chiesa Ravennate all’inizio del 1300, per poi andare in feudo ai Roverella di Cesena nel XVesimo secolo, che vi costruirono una solida rocca. La proprietà rimase la stessa sino all’estinzione della casata, che consentì il raggiungimento del massimo splendore nel com-mercio e nelle arti: nel 1661 funzionò nel castello una stamperia molto importante in Romagna.  A metà del 1800 la proprietà passò agli Allocatelli Fabbri, che, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, che distrussero la chiesa, lo donarono alla prebenda parrocchiale. Ancora oggi il castello è sede della parrocchia. 

I burattini ed il festival 
La tradizione dei burattinai è radicata nel piccolo borgo medievale, tanto che presso il castello ha sede la prestigiosa Università dei Burattini, che realizza corsi e stage, formando nuovi giovani artisti. Il momento clou che raduna gli artisti del settore a livello internazionale è il “Festival dei grandi burattinai”, che dal 1988 si svolge al castello, ogni anno nella seconda metà di agosto (tranne nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19). Durante questo peridio è possibile partecipare a laboratori specifici per apprendere tecniche di costruzione delle marionette, in particolare per la scolpitura nel legno delle teste e tecniche di recitazione. Ma è anche l’occasione in cui si svolgono incontri e stage dove si confrontano i più famosi burattinai con personale scolastico e terapeuti, che vogliono imparare quest’arte, anche per fini educativi. La sera largo agli spettacoli nella corte del castello, dove si esibiscono, davanti ad un sempre folto pubblico, le migliori compagnie internazionali di tetro di animazione. Un’opportunità unica.


 
 

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