In attesa di un'ambulanza per tre ore, "va bene che è anziana, ma non serve più a niente?"
Devo raccontare una storia cominciata giovedì scorso. Alle ore 15,13 mi chiama l'infermiera della Casa di Cura dove è ospite da circa 4 anni mia zia di 90 anni compiuti il 28 novembre 2016, malata purtroppo di Alzehimer, dicendomi che era caduta ed aveva sbattuto violentemente la testa e che quasi sicuramente si era rotta il femore. Mi dice di andare direttamente al pronto soccorso, che l'ambulanza già chiamata sarebbe arrivata da lì a qualche minuto, dato che la struttura dista dall'ospedale neanche 1 km. Io e mia sorella, uniche nipoti e parenti rimaste, ci precipitiamo al Pronto Soccorso e attendiamo, attendiamo, attendiamo.
C'è un viavai di ambulanze, arrivano continuamente, sembra un aereoporto, ma di lei nessuna traccia. Telefoniamo alla struttura che ci dice che hanno chiamato più volte il 118 nel frattempo per sollecitare e che non sono state trattate benissimo. Chiamo anch'io il 118 e l'operatore mi interrompe e mi dice testuali parole "Signora faccia un esposto!" e poi "Ci sono le priorità!". Mia zia intanto è in terra perchè non la possono spostare, nel sangue per il taglio in testa e nella pipi', perchè poverina si è spaventata.
Passa ancora tempo e finalmente alle 18 in punto appare l'ambulanza con sopra mia zia dolorante all'ennesima potenza. Sono le 18, quasi tre ore dopo. Fortunatamente il Pronto Soccorso quel giorno non era saturo di gente, nonostante il 118 mi avesse risposto che esistono le priorità, ci sono tante urgenze, e alle 21.30 siamo già in camera in un letto decente con la conferma del femore rotto e con i punti in testa, però in camera. Ma non è finita.
L'ortopedico ci parla e ci dice che deve essere assolutamente operata nelle 48 ore perchè altrimenti "muore", questo è il verbo che ha usato il medico. Beh, mia zia è ancora in attesa dell'intervento e stamattina (lunedì) alle 9.44 ho telefonato in reparto e mi hanno risposto che non è ancora nella lista ma che se non ci saranno urgenze, cercheranno di fare del loro meglio. Concludendo, l'eutanasia in Italia non è permessa, ma questo orrore legalizzato invece sì. Ma io mi chiedo, una donna di quell'età non serve proprio più a niente, oramai è vecchia potrebbe dire qualcuno. Io invece dico, a parte l'affetto che io e mia sorella abbiamo per lei, unica parente rimasta, una zia che ci ha cresciute, le nostre radici, è un essere umano, era una bambina come tante, poi un'adolescente, poi una donna e adesso non è più nulla?
Una donna, che ha sempre pagato fino all'ultimo centesimo le tasse, una donna che non prendeva neanche il caffe' per risparmiare, per potersi permettere un'assistenza per la vecchiaia. La mia tata prima di ammalarsi era tosta, lo è anche adesso in certi momenti, se potesse reagire e capire cosa le stanno facendo, lei sì che reagirebbe da fare paura. Perdonate tutti lo sfogo, ma non so a chi rivolgermi.
Daniela Frusconi
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La e-mail di segnalazione è stata indirizzata anche al sindaco Paolo Lucchi che dopo 34 minuti ha inviato la sua risposta:
Gentile Daniela, sono sorpreso dalla sua mail poichè, a quel che mi risulta, il servizio della nostra Ausl Romagna, organizzato nell'ambito del 118, è efficiente e risponde con grande tempestività alle sollecitazioni. Ciò nonostante, naturalmente, ho inviato la sua mail all'Ausl, chiedendo di verificare l'accaduto e di inviarmi una risposta in merito, che sarà mia cura farle giungere.
Grazie.
Paolo Lucchi
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La risposta dell'Ausl
Pur comprendendo lo stato di ansia della signora, ci corre l’obbligo di evidenziare che alcune ricostruzioni presenti nella lettera, risultano prive di alcun riscontro. Partiamo dalle chiamate effettuate dagli operatori della struttura al 118. Dalle registrazioni ascoltate non emerge alcun elemento di dissapore o di interlocuzione irrispettosa. Al contrario si evince una chiara descrizione dell’evento che ha interessato la paziente, che ha permesso agli operatori del 118 di attribuire un codice verde, anche alla luce della collocazione della signora in una struttura sanitaria protetta.
Nel pomeriggio del 30 marzo nella fascia oraria interessata (14,30-17.30) sono stati svolti 17 interventi, di cui 4 codici rossi 9 codici gialli 4 codici verdi (tra i quali la paziente). Per completezza la chiamata è delle ore 15,12 l’arrivo alla struttura alle 17,41. Non risultano inoltre riscontri circa le affermazioni riferite ad un medico ortopedico, riportate nella lettera. Quanto ai tempi relativi all’intervento, la zia è stata operata oggi in tarda mattinata, come da nota operatoria. Dal 31 marzo ad oggi pomeriggio nel reparto sono stati eseguiti 13 interventi urgenti su fratture, di cui sei femorali in anziani.