Comitato Mille Papaveri Rossi: "Noi stiamo con il popolo bianconero e con i lavoratori a rischio"
Questo è quello che avremmo detto nel Consiglio comunale di giovedì 12 luglio se la discussione fosse stata "aperta" a tutti. E a tutti avremmo detto che la politica, soprattutto la polemica, avrebbe dovuto "restarne fuori". Lo avremmo detto perché il Cesena non é una semplice squadra di calcio, é un simbolo che ha legato di generazione in generazione la Romagna a una passione. Oggi invece c'è una situazione surreale: decine e decine di milioni di euro di debiti, prima la rottamazione delle cartelle esattoriali, fallita, poi un piano di "ristrutturazione" del debito, per vedersi scontati interessi e sanzioni per quasi 20 milioni di euro dall'Agenzia delle Entrate, bocciato più volte. A dire il vero, se fosse stato accettato sarebbe stato uno bello schiaffo ai lavoratori e alle lavoratrici che le tasse le pagano regolarmente, interessi e sezioni comprese, con grandi sacrifici. Ma la realtà oggi è un'altra: imprenditori non più credibili, che con arroganza hanno costruito una montagna di debiti, di plusvalenze e che hanno "speculato" sul patrimonio, non solo economico, ma prima ancora umano, di una società. E per cosa? Oggi a rischio un settore giovanile con 11 squadre, di cui 2 femminili, e oltre 250 ragazzi e ragazze che vedono a rischio la loro passione. Davvero un bell'esempio! Oggi a rischio non solo il patrimonio calcistico, ma soprattutto i posti di lavoro di quelle persone che lavorano nell'ombra, magari con contratti atipici o a chiamata. Noi stiamo sempre dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici. Oggi a rischio il futuro di una squadra che per 78 anni é stata, con la propria semplicità e con una gestione oculata, un vanto è un esempio per la Romagana. E poi uno dei campi più belli d'Italia, trasformato in una poltiglia di plastica marrone: questa per mesi é stata l'immagine più rappresentativa della situazione, una squadra che sul campo e sugli spalti si esaltava e si salvava, e una societa impantanata in una poltiglia di debiti che aumentavano giorno dopo giorno. Debiti che ricadranno anche sulla collettività, con fideiussioni di cui l'Amministrazione dovrà probabilmente farsi carico al posto di chi, per tanti anni, ha utilizzato lo stadio con affitti ridicoli, incassando tanti soldi dalla passione di oltre 10mila tifosi abbonati e non, da tanti sponsor con la loro pubblicità e da un "naming rights" per lo stadio, che ci ha visto sempre contrari. Per noi lo stadio di Cesena é, e rimarrà sempre, "La Fiorita-Manuzzi". Quindi non possiamo che stare dalla parte di quel popolo che la settimana scorsa, partendo dallo stadio, ha sfilato per le vie della città' arrivando fino a Piazza del Popolo, il posto più bello dove chiudere un corteo e una manifestazione, per chiedere chiarezza. E vogliamo provare a dare fiducia anche al Sindaco e all'Amministrazione, che stanno compiendo alcuni passi condivisibili, in particolare sulle strutture comunali, con l'avvio del procedimento di decadenza del contratto dello stadio e del centro sportivo di Villa Silvia, e con un'operazione trasparenza incontrando e confrontandosi con i tifosi. Non ci piace invece la "squadra" di esperti scelta dal sindaco per "consigliarlo", non ci piace vi siano faide "famigliari", non ci piace che il "burocratese" interferisca sulla passione. La cosa che ci interessa di più é che a Cesena possa ripartire il calcio "sano e appassionato" e lo possa fare il più presto possibile. Perché senza togliere nulla alle tante realtà minori esistenti (e non dimentichiamo che comunque a Cesena non c'è solo il calcio, ma una realtà sportiva davvero variegata e appassionata, che non merita di essere sottovalutata o trascurata), non sarebbe giusto perdere l'eredità di un glorioso passato. E se sarà "eccellenza" o "serie D", in questa rinascita non sarebbe nemmeno male pensare, oltre all'interessamento del mondo imprenditoriale locale, anche a una "fan ownership" romagnola. Perché oltre 10mila tifosi, abbonati e non, sono già una cosa grande.
Comitato Mille Papaveri Rossi