Acqua pulita, balneazione chiusa
I campionamenti realizzati lo scorso 25 maggio lungo il litorale emiliano-romagnolo hanno evidenziato parametri microbiologici superiori ai limiti di legge per 21 acque di balneazione su 93 monitorate. In 15 delle 21 spiagge le cui acque sono risultate "non conformi" ed in cui la balneazione risultava aperta è scattata l'inevitabile Ordinanza Sindacale di chiusura temporanea della balneazione. L'associazione di idee acqua "sporca" balneazione chiusa ed acqua pulita balneazione aperta, è un logico precetto previsto dalla legge e ciò ovviamente per tutelare la salute pubblica. In realtà però può succedere anche il contrario e questo quando dal prelievo dei campioni all'arrivo dei risultati nelle mani del sindaco passano molti giorni. L'iter legislativo è lineare: Arpa effettua i prelievi e le analisi poi invia i risultati all'AUSL territorialmente competente, la quale li invia poi al sindaco per informarlo dei pericoli igienico sanitari per la comunità. Nei sei casi di Cattolica e Rimini, il giorno dopo il prelievo, i risultati sono arrivati tramite la Posta Elettronica Certificata ai sindaci che, informati con tale tempestività, hanno chiuso temporaneamente la balneazione quello stesso giorno. Dai prelievi sforanti all'Ordinanza Sindacale di chiusura sono passate 24 ore. Le sei chiusure effettuate nelle acque di alcune spiagge di Bellaria, Lido di Classe, Lido Adriano e Lido di Dante sono diventate attuative in 48 ore dai prelievi. Il percorso Arpa - AUSL di Forlì Cesena rispetto a quello delle Unità Sanitarie Locali ravennati e riminesi è risultato invece così lento da vanificare il precetto legislativo che impone un intervento tempestivo, non a caso, in tutti i provvedimenti amministrativi AUSL inviati ai sindaci per cause igienico sanitarie, viene proposta al sindaco, l'adozione di una "Ordinanza Contingibile ed Urgente" di chiusura temporanea della balneazione. A Gatteo Mare invece i risultati delle analisi del 25 maggio hanno avuto un percorso non certo veloce: Ripercorriamolo: solo dopo 2 giorni dai prelievi si sono analizzate le acque, è servito poi un ulteriore giorno per protocollare i risultati che sono stati acquisiti al protocollo generale della corrispondenza il giorno dopo ancora. Il 29 maggio, quell'informativa, è quindi entrata ufficialmente nella disponibilità del sindaco Gianluca Vincenzi che ha impiegato un ulteriore giorno per ordinare la chiusura temporanea della balneazione avvenuta il 30 maggio. In totale quindi sono stati necessari 5 giorni per attuare un provvedimento di tutela igienico sanitaria d'urgenza, lasso di tempo tra l'altro in cui è stato fatto un secondo prelievo risultato fuori norma ed anch'esso insaputa del sindaco. Il paradosso è che dal 28 maggio le prime analisi fuori limiti, erano già a disposizione "del mondo" sul sito web Arpa ma non del primo cittadino, a cui arrivano ufficialmente nelle mani, come già detto, solo il giorno seguente. Questo processo macchinoso porta l'entrata in vigore dell'Ordinanza di chiusura temporanea della balneazione a Gatteo Mare il 30 maggio, quando però già dal giorno prima, l'acqua testata per la terza volta da Arpa, mostrava il rientro nei limiti. Domenica scorsa quindi abbiamo avuto l'acqua a norma di legge e la balneazione chiusa pure. Ci è voluto un altro giorno affinché arrivassero al sindaco i risultati rientrati che gli hanno consentito di revocare la chiusura della balneazione il 31 maggio. A Cesenatico è successa la stessa identica cosa, l'informativa è arrivata al primo cittadino dopo 3 giorni dai prelievi e quello stesso giorno, cioè il 28, Roberto Buda ha dovuto chiudere la balneazione mentre al contempo gli esami Arpa delle acque di balneazione rilevavano l'avvenuto ritorno alla normalità. Ah dimenticavo! Riguardo invece ai giorni precedenti, quelli tecnicamente "non conformi", opterei per fare poche storie visto che si tratta di cacca romagnola, "siam tra noi".
LVR