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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Luca Trapanese atteso a Cesena, l'intervista: "Le imperfezioni ci insegnano a cercare la felicità"

Nel 2018 ha adottato Alba, una bambina affetta dalla sindrome di Down, inaugurando il registro degli affidi previsti dalla legge per i single, e condivide la sua storia di padre, che ha commosso l'Italia, anche sui social

Non mirare alla perfezione, ma alla felicità, vivere quello che ogni giorno la vita offre, allargare i propri orizzonti. Di questo parla il nuovo libro di Luca Trapanese, che sarà  lunedì 21 febbraio, alle 18, alla Biblioteca Malatestiana di Cesena per presentare “Le mie imperfezioni”. Trapanese parla a Cesenatoday.it del libro, ma anche delle sue esperienze di vita come padre e come amministratore.

Trapanese, 44 anni, è assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli dallo scorso ottobre. Ha sempre svolto attività di volontariato in Italia e nel mondo, ha fondato l’associazione “A ruota libera” e collabora con molte altre nella realizzazione di progetti legati alla disabilità. Nel 2018 ha adottato Alba, una bambina affetta dalla sindrome di Down, inaugurando il registro degli affidi previsti dalla legge per i single, e condivide la sua storia di padre, che ha commosso l'Italia, anche sui social. Nello stesso anno è uscito il suo primo libro, scritto insieme a Luca Marcadante, "Nata per te".  Nel 2021 arriva  “Le mie imperfezioni”, che racconta di Livio, che parte zaino in spalla per affrontare il cammino di Santiago e sulla strada incontra Pietro. 

"Le nostre imperfezioni" parla di una storia di amore verso gli altri, di amicizia, di scoperta ed introspezione. Come è nata questa storia?

E' nata dall'unione della mia storia personale con la mia esperienza rispetto alla disabilità. Una grande parte di Livio è Luca, per le scelte fatte, per la vocazione alla disabilità e al volontariato. Pietro rappresenta una delle persone che io ho incontrato. Ho voluto unirli in una storia con l'idea di raccontare del corpo malato, del senso di impotenza rispetto alla malattia, della possibilità di non cercare una perfezione che non esiste affatto, ma di vivere quello che ogni giorno la vita offre.

Il cammino narrato nel libro parte con un programma e conduce i protagonisti in una direzione inaspettata, questa trama rispecchia una metafora?
Sì esatto, credo che noi siamo sempre in cammino nella nostra vita, il Cammino di Santiago è stato lo spunto nel libro. Dobbiamo trovare la nostra strada, non sempre quella che sembra la strada giusta poi si rivela tale e allora bisogna sceglierne un'altra. Nel libro il cammino dei personaggi è sempre pieno di incertezze.

Cosa sono per lei le 'imperfezioni' e che ruolo possono avere nella vita di ogni giorno?
Le imperfezioni fanno parte di noi, siamo tutti sempre imperfetti, vivendo però in una società che ci vuole obbligare alla perfezione, della vita, del corpo e nel lavoro. Questo ci pone davanti ad obiettivi irraggiungibili. Secondo me le imperfezioni ci insegnano che dobbiamo rilassarci e cercare di trovare la felicità e non la perfezione. Incontriamo tutti i giorni ragazzi che non ce la fanno più a rispondere a queste richieste, perché chiediamo loro di primeggiare e non di essere felici. 

Ha raccontato due storie diverse nei suoi libri, in entrambe si tocca il tema della disabilità. Questo, insieme al suo racconto quotidiano della vita con Alba, può aiutare chi si trova in difficoltà nell'affrontare il rapporto con la 'diversità'?
Sì, secondo me, in un certo senso educa, apre gli orizzonti, perché le persone hanno bisogno di conoscere e di capire attraverso le esperienze.

La sua scelta di adottare Alba viene da molti definita 'coraggiosa', lei ritiene che sia così?
No, io ho fatto una scelta legata alla mia consapevolezza, alla mia capacità di conoscere la disabilità, non è stato coraggio, è stato un percorso, un cammino.

Sul tema delle adozioni ai single crede che servirebbero leggi diverse?
Assolutamente sì, serve una nuova legge, perché quella attuale è vecchia e risale al 1993.

Che consiglio può dare ai single che vorrebbero adottare un figlio, ma magari, viste le scarse possibilità, abbandonano l'idea?
Di lasciarsi andare e di affidarsi alle persone che si incontrano, io ci credevo e sapevo che prima o poi ce l'avrei fatta.

Grazie alla sua proposta come assesore, i bambini disabili possono frequentare le scuole sostenuti dal Comune di Napoli. Ci racconta questo traguardo?
Era una vergogna: le amministrazioni comunali devono garantire assistenza specialistica ai bambini disabili dalla scuola dell'infanzia fino alle medie, il Comune di Napoli non lo garantiva, o meglio, lo garantiva solo a chi faceva causa o alla fine dell'anno scolastico con quei 4 soldi che restavano. C'è grande ignoranza all'interno delle istituzioni riguardo al mondo della disabilità. Con questa delibera di giunta abbiamo prelevato da altri progetti e dal fondo di riserva un milione di euro perché, da oggi fino alla fine dell'anno, i bambini disabili possano andare a scuola. Ho imposto, ovviamente in senso buono, che vengano messi a bilancio i fondi da utilizzare dall'anno prossimo, per non fare più 'la carità', ma per garantite un diritto.

Cosa le sta insegnando la vita da genitore?
Io sono genitore di una bambina e basta, la sindrome c'è, ma non è fondamentale. Essere genitori è un'esperienza bellissima, ma non c'è il libretto delle istruzioni. 

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