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Il "Duo Naldy's" dall'illusionismo alle fontane danzanti: "Silvan voleva comprare il nostro baule misterioso"

Dante e Maria sono diventati famosi negli anni ’60, a nemmeno 30 anni, dopo avere coltivato la passione per l'illusionismo fin da giovanissimi, mentre svolgevano altri lavori

Dal numero di  illusionismo del baule, famoso anche all'estero, alla fontane danzanti: la storia della famiglia  cesenate Naldi comincia prima degli anni ’60, nel mondo della magia.  Vogliamo raccontare  la storia del “Duo Naldy’s”, composto da Dante Naldi e la moglie Maria Boschi, tramite i ricordi del figlio Michelangelo, che oggi gestisce l’attività di famiglia, le “Fontane in concerto Naldy’s”. Ovviamente a causa della pandemia, come tutti i lavoratori dello spettacolo, anche questo settore ha subito un brusco stop. 

Dante e Maria sono diventati famosi negli anni ’60, a nemmeno 30 anni, dopo avere coltivato la passione per l'illusionismo fin da giovanissimi, mentre svolgevano altri lavori. “Mia madre era casalinga e sarta, mio padre ha fatto un po’ tutti i lavori. Le prime esibizioni erano nelle parrocchie, poi nei piccoli teatri, poi in tutta Italia e all’estero, arrivando al top della fama negli anni ’70. Mio padre è stato uno dei fondatori Club Magico italiano e, come rappresentante, ha partecipato a gare in tutto il mondo”.  

I primi ricordi di Michelangelo Naldi, sono di quando “facevamo spettacoli nelle piazze, utilizzando un palcoscenico fatto da noi, io aiutavo a montare e smontare e mi occupavo delle luci e dell’audio”. Una delle caratteristiche del ‘Duo Naldy’s’, racconta il figlio oggi 57enne, era l’artigianalità degli oggetti di scena: “mio padre costruiva tutto da solo, anche se c’era già un mercato del settore che vendeva tutto l’occorrente”.  Il numero di maggior successo degli illusionisti cesenati era ‘il baule misterioso’. “Venivano chiamate due persone dal pubblico, mio padre entrava dentro ad un baule, che poi, con l’aiuto di mia madre e degli spettatori, veniva chiuso, coperto con un telone e legato con delle corde. Dietro ad un separé, in due secondi mio padre era fuori e mia madre dentro al baule – racconta Naldi -. Anche il baule lo aveva costruito da solo, in commercio non se ne trovavano come il suo, il mago Silvan lo avrebbe voluto, ma ce l’ho ancora io. Un altro numero che aveva molto successo era quello della giacca: mia madre, legata con delle corde si spostava dietro ad un separé, insieme ad uno spettatore chiamato sul palco, e, in men che non si dica, usciva indossando la giacca di quest’ultimo sotto le corde ancora legate”.

Ma come è nata l’idea delle fontane danzanti, che oggi sono l’attività di Michelangelo? “Durante una delle tante stagioni, decidemmo di mettere in piedi uno spettacolo completo con balletto e orchestra, ma ci mancava la coreografia. Ci venne allora l’idea di creare coreografia con l’acqua – ricorda - . Le fontane danzanti esistevano già in Germania, noi ne avevamo costruita una molto semplice. Il pubblico applaudiva molto questo numero, molto semplice di fatto, e decidemmo di farle diventare un vero e proprio spettacolo”. 
A quel punto la famiglia Naldi si è concentrata sull’ampliamento e perfezionamento di questo progetto, aggiungendo all’acqua e alla musica, un ulteriore effetto speciale con l’uso di fiamme di fuoco. Oggi insieme a Michelangelo, partecipa agli spettacoli anche la figlia Jessica, prestigiatrice e ballerina.


 

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