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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Alla Fondazione Balestra arriva la satira erotica di Tono Zancanaro: oltre 200 disegni "imperniati sull'epifania di un fallo"

Tale donazione è stata fatta in relazione ai rapporti di collaborazione e di divulgazione delle opere di Zancanaro, del quale la Fondazione possiede già un fondo di 140 opere. Infatti insieme all’Archivio Storico sono state organizzate alcune importanti mostre

I disegni meno oconosciuti perchè considerati 'sconci' e scomodi politicamenti, dati i contenuti anticlericali, approdano alla Fondazione Tito Balestra onlus di Longiano, che arricchisce il proprio patrimonio grazie alla donazione da parte dell’Archivio Storico Tono Zancanaro di 236 disegni su 234 fogli dell'autore, relativi al ciclo satirico dei Demopretoni, realizzati tra il 1945 e il 1946. L’erotismo, come forza e stimolo vitale, è sempre presente nei lavori di Zancanaro, a volte in forma poetica come nel caso della Levana, a volte in forma satirica come nel caso dei cicli dedicati al Gibbo od ai Demopretoni.

"In pratica, quanto a ragion tematica, con il referendum del 2 Giugno 1946 (per la scelta fra Monarchia e Repubblica) si conclude l’intensa falcata in cui consiste l’iperbole creativa di queste scene, ossessivamente imperniate sull’epifania di un fallo dalle molteplici valenze semantiche. Per ragioni connesse alla impudicizia della materia figurale, la circolazione di questi disegni è stata minima sin dal loro apparire. Unica grande mostra è stata quella realizzata nel 1992 presso la Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune, con catalogo curato da Nicola Micieli e comprendente anche il catalogo dei 1183 disegni noti", scrive Niocola Micieli, in "Demopretoni di Tono Zancanaro".

Tale donazione è stata fatta in relazione ai rapporti di collaborazione e di divulgazione delle opere di Zancanaro, del quale la Fondazione possiede già un fondo di 140 opere. Infatti insieme all’Archivio Storico sono state organizzate alcune importanti mostre particolare “Tono Zancanaro dal Gibbo alle tematiche della liberazione” nel 1997, che ha girato per diversi musei tra i quali il museo Cervi a Gattatico.

"Stiamo pensando a come poter esporre questo grande patrimonio – dichiara il direttore della Fondazione Flaminio Balestra -, in questi anni abbiamo abituato il nostro pubblico al gusto mordace della satira, e pur rendendoci conto perfettamente che il tema e le immagini sono forti, vorremmo dare conto del ciclo produttivo di un grande artista come Zancanaro, per aggiungere tasselli indispensabili al suo lavoro artistico"

Antonio Zancanaro, noto come Tono, nasce a Padova il 9 aprile 1906, e vi muore il 3 giugno 1985. Pittore, grafico, incisore, scultore, mosaicista, litografo … ha esplorato tutte le tecniche delle arti visive. Sue opere sono in alcuni fra i maggiori musei del mondo, come il Victoria and Albert Museum di Londra o il Museo Puškin a Mosca, ed in numerosi musei italiani. Ha esposto in tutto il mondo, vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Amante della classicità greca e della Sicilia in particolare, è cittadino onorario di Capo d’Orlando (ME) e di altre cinque città. Di sé aveva scritto, fra l’altro, nella autopresentazione della mostra presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1972/73: “Sono stato e sono, si capisce, estraneo ai giochi dei clan, gruppi, estetiche, giri di mercato. Ma mai ho dubitato che se il gioco doveva costare la proverbiale candela, e consiste nella fiducia verso l’uomo e me stesso nel vivo della vita e della storia dell’uomo e dell’umanità. Essere magari l’ultimo anello, ma della catena che tiene legata l’umanità che io chiamo umana. Questa è stata ed è la mia resistenza di uomo prima di tutto, di artista infine. Forte come credo di essere per aver affondato le mie radici nel mondo ellenico, ultimo e primo approdo che non esclude davvero la grande civiltà e terra cinese, il nostro rinascimento, la recente storia dell’umanità che lotta per l’uomo figlio e padrone della ragione". In vita fu amico del poeta Eugenio Montale, di Andrea Zanzotto, di Leonardo Sciascia, di Luigi Bartolini, di Carlo Levi, di Renato Guttuso, del critico Carlo Ludovico Ragghianti solo per citare alcuni personaggi.
 

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