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Non è Pasqua senza ciambella: i segreti di quella romagnola

Semplice, profumata, con una lunghissima tradizione alle spalle, la 'zambèla', veniva consumata con un bel bicchiere di vino, magari albana dolce, cagnina, o perchè no, anche sangiovese

Per le festività pasquali sulle tavole romagnole non può mancare la tipica ciambella. Semplice, profumata, con una lunghissima tradizione alle spalle, la 'zambèla', veniva consumata con un bel bicchiere di vino, magari albana dolce, cagnina, o perchè no, anche sangiovese.

Pellegrino Artusi, la racconta nella ricetta 607 e per la sua preoparazione prevede come ingredienti farina, zucchero, burro, uova, la buccia di limone o anici o pezzettini di cedro candito, cremor di tartaro e bicarbonato di sodio per la lievitazione, latte  per impastare.

Gli ingredienti principali delle ricette sono gli stessi, la tradizione propone alcune piccole varianti, ma una preparazione base prevede:

500 gr. di farina, 
200 gr. di zucchero, 
100 gr. di burro, 
3 uova
1 bicchiere di latte circa
1 bustina di lievito per dolci, 
scorza di limone non trattato qb
granella di zucchero o zucchero a velo

Preriscaldare il forno a 180 gradi. Alla farina aggiungere il burro a temperatura ambiente, le uova, lo zucchero ed iniziare ad impastare aggiungendo il latte. Inconporare anche la scorza di limone grattugiata e il lievito e continuare ad amalgamare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Dividere l'impasto in due filoni, cospargerli con la granella di zucchero o zucchero semolato (se si preferisce si può utilizzare zucchero a velo una volta cotta) ed infornare per circa 30 minuti, fino a che la superficie non risulterà dorata.

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