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Martedì, 26 Settembre 2023
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Alessandro Bonci: la storia dell'illustre cesenate a cui è intitolato il teatro

La caratteristica del tenore cesenate fu quella di restare sempre con i piedi per terra, nonostante l'enorme successo intercontinentale, non tralasciando mai le esibizioni nei piccoli teatri

A lui è intitolato il teatro cittadino di Cesena, inaugurato il 15 agosto del 1846, tre anni dopo l'inizio dei lavori progettati dall'architetto Vincenzo Ghinelli. Ma chi era Alessandro Bonci e qual è la storia del tenore cesenate, riconosciuto come l'ultimo esponente del 'belcantismo' ottocentesco e messo spesso a confronto con un altro 'mostro sacro' dell'opera, Enrico Caruso?

Bonci nacque a Cesena, nel 1870 e prima di entrare nel mondo della musica lavorò come apprendista calzolaio. La sua formazione musicale è avvenuta al  Conservatorio "Gioachino Rossini" di Pesaro, qui ebbe l'opportunità di conoscere il direttore Carlo Pedrotti e Felice Coen. La prima svolta arrivò nel 1893 quando si aggiudicò il posto come  primo tenore nella cappella della basilica di Loreto. Poi l'esibizione del 1896  nel Falstaff di Giuseppe Verdi al Teatro Regio di Parma  segnò l'inizio della sua florida carriera. Il successo lo portò a Milano,  prima ai teatri Lirico e Dal Verme e poi direttamente alla Scala, dove l'esibizione d'esordio fu ne I Puritani' di Bellini. E' da Milano che la carriera di Bonci prese il volo in Europa e negli Stati Uniti.

La caratteristica del tenore cesenate  fu quella di restare sempre con i piedi per terra, nonostante l'enorme successo intercontinentale, non tralasciando mai le esibizioni nei piccoli teatri ai quali era legato per motivi personali e quelle per beneficienza. Nel documento del consiglio comunale che decide l'ntitolazione del teatro di Cesena a Bonci, citato ne “Le vite dei Cesenati XII” (Quando nel 1927 il Teatro Comunale divenne un Ente Autonomo e prese (frettolosamente) il nome del commendatore Alessandro Bonci. Atto Unico in 7 quadri di Franco Dell'Amore), Bonci viene descritto come  “l'uomo benemerito, che in ogni momento e sotto tute le latitudini, sentì ardente l'affetto per il proprio paese e ne seguì trepidante le vicende - liete e tristi – contribuendo sempre al suo avvenire, anche recentissimamente”. 

Il suo debutto a New York fu nuovamente con I puritani, nel 1906 al Manhattan Opera House, dove rimase per due stagioni. Qui inizio una sorta di rivalità con Caruso, a suon di applausi, calcando etrambi i palcoscenici newyorkesi nello stesso periodo. Il tenore napoletano era inizialmente la punta di diamante della compagnia 'rivale' della Manatthan Opera House, la Metropolitan Opera, alla quale poi nel 1908 approdò anche Bonci. Dal 1911 al 1924 il tenore  fece diverse tournée negli Stati Uniti, anche con la Chicago Opera Company, risalendo anche sul palco del Metropolitan. L'esperienza americana fu interrotta momentaneamente dalla chiamata alla armi durante la Seconda Guerra Mondiale, poi ripresa alla fine del conflitto.

Il ritorno in patria avvenne dopo il 1925, quando Bonci cominciò a calcare sempre meno i palcoscenici, dedicandosi per lo più all'insegnamento a Milano.  Per l'addio alla scene scelse però la sua città natale, Cesena, esibendosi nel teatro cittadino, nel settembre del 1927 nella Messa da requiem di Verdi, con grande acclamazione da parte del pubblico.  Sempre nel documento di intitolazione il tenore viene definito “il cittadino che così nobilmente ha illustrato la nostra Cesena, portando l'incanto della sua voce e la perfezione della sua arte nei due continenti e raccogliendo i consensi di tutta la grande famiglia umana che sente nei fremiti delle armonie la voce profonda della stirpe elevata della purezza del sentimento e della dolcezza mistica dell'arte sacra ad Euterpe”. 


 

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