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Scuola, studenti in piazza contro i tagli del governo: "Noi non ci caschiamo"

Il corteo ha sfilato per le vie del centro per protestare contro le politiche del governo giallo-verde

Al grido "Ministro Bussetti noi non ci caschiamo" venerdì mattina gli studenti sono scesi in piazza per  dire no ai tagli decisi dal governo giallo-verde in tema di istruzione e ricerca, per protestare contro il sistema dell'alternanza scuola-lavoro e per denunciare la situazione disastrosa dell'edilizia scolastica.

Intorno alle 8,45 circa 200 studenti sono partiti da piazza Aldo Moro e hanno sfilato per le vie del centro terminando il corteo in piazza del Popolo, "Non vogliamo più tagli, vogliamo scuole più sicure, le nostre scuole cadono a pezzi", hanno urlato gli studenti. In testa uno striscione "Per un altro cambiamento" che diventa il simbolo della manifestazione promossa dalla Rete degli studenti medi dell'Emilia Romagna. I manifestanti sono stati scortati da una decina di agenti, con una camionetta della polizia che si è posizionata in fondo al corteo. "Bussetti noi non ci caschiamo", gli studenti hanno intonato cori prendendo di mira soprattutto l'attuale ministro dell'istruzione Marco Bussetti. 

Studenti in piazza contro i tagli all'istruzione (Foto Dalmo)

"Chiediamo - dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi - che questo governo metta giù la maschera sui fondi per l'istruzione. Non è accettabile promettere investimenti per fare propaganda, e poi dire con il ministro dell'Istruzione che 'bisogna scaldarsi con la legna che si ha'. Infine pochi giorni dopo sono saltati fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull'università". Le manifestazioni studentesche sono andate in scena in tante città d'Italia, come Roma, Napoli e Milano dove la protesta si è trasformata anche in un "NoSalvini day" contro le politiche di immigrazione messe in atto dal ministro dell'Interno. 

"Abbiamo manifestato - dichiara Teresa Lucchi, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi Forlì-Cesena - per ribadire che cambiare il nome e ridurre le ore di alternanza non risolverà il problema dello sfruttamento. E i 56 milioni 'risparmiati' col taglio delle ore, dove finiranno? Diciamo basta alla propaganda sulla pelle degli studenti. Il piano 'Scuole Sicure' spaccia per sicurezza l’installazione delle telecamere e i cani antidroga fuori dalle scuole, ma gli edifici in cui studiamo sono pericolanti".

IL VIDEO - "Basta tagli, vogliamo scuole più sicure"

 “Ogni anno - conclude - paghiamo migliaia di euro in libri, trasporti, materiale. Chi non li ha, lascia la scuola: sono 150mila gli studenti che ogni anno abbandonano gli studi. In Italia, nella giornata internazionale del diritto allo studio, si preferisce fare condoni agli evasori fiscali invece di stanziare fondi per creare una Legge Nazionale sul diritto allo studio.”

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