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Vittoria del no e "Aventino della minoranza", Lucchi: "Non incideranno sulla giunta"

La vittoria del "no" al referendum sulla Riforma Costituzionale con la conseguente caduta del Governo Renzi rimescola le carte della politica anche a livello locale in diversi territori

La vittoria del “no” al referendum sulla Riforma Costituzionale con la conseguente caduta del Governo Renzi rimescola le carte della politica anche a livello locale in diversi territori. A Cesena, poi, è in corso la dura protesta dell’opposizione (“Aventino della parola”) di Libera Cesena e M5S che ha scelto, ormai da settimane, di isolarsi nel silenzio, presenziando alle sedute di commissioni e Consigli comunali, ma senza intervenire, per protestare contro “sordità” dell’amministrazione e sul caso politico che riguarda i rapporti tra l’assessore alla Trasparenza Tommaso Dionigi e la società Habenas, a cui è stato affidato un incarico diretto da 36mila euro, poi oggetto di rinuncia dalla società stessa. Due casi politici caldi che avranno effetti politici nelle prossime settimane? Risponde il sindaco Paolo Lucchi.

Sindaco Lucchi, l’“Aventino della parola” dell’opposizione sta perdurando e questo rende imbarazzante, se non di fatto blocca, i lavori del Consiglio Comunale. C’è un ripensamento per sbloccare la situazione?
“Premesso che non vengono bloccati i lavori del Consiglio Comunale, è un limite dal punto di vista del confronto democratico di cui sono molto dispiaciuto. Credo che sia un errore da parte dei consiglieri di opposizione. Però quando arrivano richieste sensate, come quella di Libera Cesena sull’ospedale, il segno che abbiamo voluto dare come maggioranza è quello di accettare le richieste. Ci deve essere la massima disponibilità al confronto e l’abbiamo dimostrata, ma deve essere anche da parte di chi sta in minoranza. Mi auguro che possa prevalere il buon senso perché ad ora il Consiglio Comunale funziona normalmente e il gruppo del Pd ha il dovere di garantire la funzionalità, ma è evidente che se non c’è confronto sono Consigli comunali più poveri”.

Che apertura è stata fatta alla minoranza sull’ospedale?
“Stante il quadro venutosi a creare, credo non sia pensabile né auspicabile per nessuno l’ipotesi che del nuovo Ospedale di Cesena sia pronta a discutere ed a decidere solo una parte, anche se si tratta della maggioranza, del Consiglio comunale. Oggi il quadro ci presenta un Consiglio comunale caratterizzato da quello che qualcuno ha definito “l’Aventino della parola”: un Consiglio comunale, quindi, che non può contare su di una normale dialettica democratica, poiché le opposizioni hanno deciso di “chiamarsi fuori” e di non dir mai come la pensino. Questo inibisce ed irrigidisce in generale il dibattito fra le forze politiche, anche incattivendolo e rendendo impossibile quel confronto che, invece, su di un tema di rilevanza assoluta come la collocazione del nuovo Ospedale per la nostra città, ci deve essere. D’altra parte, invece, l’ordine del giorno presentato nei giorni scorsi da “Libera Cesena” sull’attivazione di uno studio urbanistico utile alla migliore collocazione del futuro Ospedale, esplicita un ulteriore interesse al confronto che non può essere sottovalutato. E che anzi, il ritiro del documento comunicato dal capogruppo Gilberto Zoffoli – che ringrazio per questa sua decisione -, rende ancor più evidente. Ho quindi appena chiesto alla Giunta di sospendere la delibera – che l’Assessore Orazio Moretti aveva già predisposto – grazie alla quale il Consiglio comunale del 22 dicembre prossimo, avrebbe potuto individuare come sede del nostro nuovo Ospedale, l’area di Villa Chiaviche segnalataci circa 2 mesi fa dall’Ausl Romagna, posta lungo la Gronda/Bretella, a ridosso del Casello autostradale”.

Nella sua ultima dichiarazione di riflessione sul voto dopo il Referendum ha detto che “anche nelle città dove ha vinto il Sì, come Cesena, nulla può restare più come prima”. Era un riferimento anche agli equilibri politici locali e alla giunta?
“Siamo il Comune d’Italia in cui si è votato di più, col 79,5% dei votanti. Questo è un grande patrimonio di partecipazione che va in controtendenza rispetto a quanto si è sempre detto, cioè che non c’è voglia di partecipare e dire la propria, e questo ci impone di sfidarci continuamente. Per esempio, faremo un referendum cittadino sul web sui lecci della Malatestiana, accogliendo le richieste del comitato che ha raccolto le firme. Per esempio anche sul futuro dell’area attuale del Bufalini, se si farà altrove un nuovo ospedale, anche per quello ritengo si debba fare un referendum”.

Invece, non ci saranno cambiamenti a breve di redistribuzione delle deleghe, per esempio quella della Trasparenza?
“Assolutamente niente, in questo caso. L’assegnazione delle deleghe è un compito che la legge affida al sindaco e per me è un tema aperto tutti i giorni e non oggi improvvisamente. E’ un dovere per me pensare tutti i giorni se la giunta è all’altezza degli impegni per la gestione della città”.

Quindi nessun rivolgimento nei prossimi mesi alla luce delle proteste dell’opposizione e del recente voto del referendum?
“No”.

E sull’ospedale come cambiano i programmi?
“Propongo al Consiglio comunale di utilizzare i mesi di dicembre e gennaio per lavorare intensamente – nell’ambito delle Commissioni consiliari competenti, allargate anche agli ordini professionali e, volendo, ai componenti del “Comitato per l’Ospedale” - attorno alle motivazioni di individuazione di quell’area, ma anche di collocazioni alternative, se saranno individuate dai Consiglieri. Per parte mia, credo che le uniche pre condizioni da rispettare siano le seguenti: l’area dovrà essere di totale proprietà pubblica (per motivi comprensibili a tutti, immagino); collocata a ridosso delle principali vie di comunicazione e quindi facilmente raggiungibile dai cesenati e dai romagnoli; in pianura e delle dimensioni giuste per garantire l’organizzazione di quel presidio sanitario d’eccellenza che meritiamo e di un sistema di servizi (a partire dai parcheggi) adeguato.  Ciò premesso, mi auguro che la sospensione di un atto amministrativo già predisposto dopo mesi di lavoro degli uffici tecnici e di confronto aperto con la città, possa contribuire a far riprendere il doveroso dialogo tra le forze politiche ed a svelenire un clima che, tutti ce ne stiamo rendendo conto, non aiuta certo la nostra città a continuare a crescere con equilibrio, come invece i cesenati giustamente ci chiedono che accada”.
 

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