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Martedì, 16 Aprile 2024
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Variante di salvaguardia, il sindaco annuncia: "Non andremo avanti a tutti i costi"

A dichiararlo sono il sindaco Paolo Lucchi e l'assessore alle Politiche di qualificazione urbana Orazio Moretti in una lettera inviata mercoledì mattina ai capigruppo consiliari e a tutti i consiglieri

“I due accordi con privati inseriti nella Variante di salvaguardia (con Jolly Service e Gobbi Frutta) rispondono alla volontà  di dare risposte concrete alle aziende che hanno necessità di ampliamento e progetti di intervento pronti, per favorire lo sviluppo e l’occupazione. Ma questo non significa che l’Amministrazione intenda andare avanti a tutti i costi. Come per qualsiasi iter urbanistico, tutto dipende dai pareri espressi dagli enti preposti (Ausl, Arpa e Provincia) e se l’esito sarà negativo la Giunta è pronta a proporre lo stralcio delle aree e a non consentire l’insediamento”.

A dichiararlo sono il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore alle Politiche di qualificazione urbana Orazio Moretti in una lettera inviata mercoledì mattina ai capigruppo consiliari e a tutti i consiglieri, nella quale fanno il punto della situazione sull’iter dei due accordi, per i quali l’11 giugno scorso si è svolta la Conferenza dei Servizi. “Con la Variante di Salvaguardia di febbraio 2014, si è posto un limite a molte previsioni già contenute nel PRG 2000, eliminando aree edificabili esistenti, non ancora realizzate, per una dimensione complessiva pari ad oltre un milione e mezzo di metri quadri di suolo. Fra i punti strategici del nuovo Piano Strutturale, è stato inserito anche un capitolo dedicato a “Garantire lo sviluppo delle aziende”, prevedendo nuove aree solo per quelle aziende che vogliano ampliarsi o insediarsi. In sostanza, la nostra volontà è quella di mettere sempre in precisa relazione le nuove aree produttive con i piani industriali delle aziende, garantendo la reale fattibilità e sostenibilità degli eventuali nuovi insediamenti e prevedendo anche un congruo aumento delle prospettive occupazionali”, spiegano gli amministratori.

“Per questi motivi, nella Variante di Salvaguardia, sono stati inseriti 2 “accordi con privati”: quelli con “Jolly Service” e “Gobbi Frutta”. La “generica” accusa avanzata nel febbraio 2014 da alcuni – sostenuta da altri in queste ultime settimane – si dimostra quindi totalmente infondata, poiché il “rapporto” fra le superfici edificabili tolte (il milione e mezzo di metri quadri di cui sopra), e quelle inserite (le due aziende citate), è di appena il 2%. Peraltro, sia “Jolly service” che “Gobbi Frutta”, sono imprese già presenti a Cesena e negli ultimi dieci anni hanno acquisito nuovi clienti, anche all’estero, garantendo lavoro a molti addetti, la gran parte dei quali sono nostri concittadini. - si legge nella lettera -  E’ vero, invece, che per la Jolly Service, in una variante al PRG del 2010, era già stata tentata una simile previsione, che però venne abbandonata, a causa soprattutto della carente viabilità esistente in quella zona. Ovviamente quindi, nell’accordo sottoscritto con l’Amministrazione comunale, è previsto che l’Azienda provveda, a proprie spese, a rafforzare la viabilità, garantendo l’adeguatezza infrastrutturale e la sostenibilità ambientale dell’insediamento”.

Spiegano Lucchi e Moretti: “A tal proposito, è bene precisare, che a seguito della Conferenza dei Servizi dell’11 Giugno, stanno giungendo all’Amministrazione Comunale i relativi pareri richiesti agli Enti preposti (in particolare Ausl, Arpa e Provincia), che come in precedenza saranno determinanti per la decisione finale, ovvero per confermare o meno le 2 nuove previsioni urbanistiche. E’ infatti evidente che solo con i pareri favorevoli di tali Enti, che devono “certificare la reale sostenibilità” degli interventi (anche mediante opportuni accorgimenti o mitigazioni ambientali) l’Amministrazione comunale confermerà le previsioni adottate. In caso contrario, senza garanzie sulla sostenibilità/fattibilità, la Giunta non è intenzionata a procedere “a tutti i costi” e, pur confermando che lo sviluppo delle aziende resta un tema strategico anche per il futuro, proporrà al Consiglio Comunale di “stralciare” le aree e di non consentire l’insediamento”.

CASALI - Sulla questione è intervenuto l'esponente di Forza Italia, Marco Casali, che parla di "confusione allo stato brado.  Lo abbiamo detto a più riprese; il tema nel nuovo PSC è stato affrontato in modo incauto sotto il profilo procedurale  e scorretto sotto il profilo politico. Non era necessario porre mano al piano urbanistico in prossimità delle elezioni; il mercato latita, nuove costruzioni non se ne fanno e quindi, il paventato consumo di territorio, non è all’attualità un problema.Si continua a fare confusione fra nuovo PSC e Variante di salvaguardia; non è tollerabile che si anticipino le scelte del futuro senza che sia stato fatto il “quadro conoscitivo”.  Detto documento, oltre ad essere un passaggio obbligatorio previsto dalla legge, costituisce un punto di riferimento per gestire il futuro".

Chiosa l'esponente azzurro: "Si va invece avanti in modo improvvisato; si dettano nuove linee politiche, si fanno regredire delle aree ad agricolo (solo una parte), si incrementano le osservazioni (siamo in attesa di conoscere il numero esatto ma dovrebbero essere qualche centinaio) senza sapere dove siamo, senza avere un punto fermo. Chi si sta dedicando al piano? Nel 2013 operò l’Ing. Delpiano che però è stato dirottato ad altro incarico, ora chi sta gestendo la cosa? Su molte delle anticipazioni del nuovo PSC siamo contrari; non tolleriamo che i nuovi insediamenti debbano avvenire sulla base di una trattativa privata fra amministrazione e imprese con la potestà decisionale ultima da parte dell’amministrazione".

"Le imprese - chiosa Casali - hanno bisogno di certezze normative e soprattutto di costanza normativa.  Poi scelgono liberamente. Qual è il potere di risoluzione che una amministrazione può avere su un nuovo piano industriale proposto da un privato? Questo per noi significa Comune Maximo, comune che entra in tutti i meandri della società ,civile e imprenditoriale, dettando linee e comandamenti. Quest’approccio è totalmente infausto per il rilancio dell’economia.La banca delle volumetrie, da costituirsi dopo la redazione di un completo quadro conoscitivo, è il primo passo per riordinare quest’assetto urbanistico che, anche a detta di coloro che lo hanno maneggiato da oltre 40 anni, non funziona, è sbagliato. Occorrono strumenti urbanistici nuovi, approcci innovativi (trasferimento cubature ad esempio).Occorre per lo meno interessare gli addetti ai lavori con uno spazio ad hoc (urban center) nel quale cittadini ma anche e soprattutto professionisti del settore, imprese e loro associazioni possano interagire con il tema.Carta bianca non serve; riflette solo se stessa".

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