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Urbanistica affidata all'Unione dei Comuni? M5S: "I comuni montani si ribellano"

Fallimento dell'Unione dei Comuni nell'unificazione dei servizi di urbanistica? A sostenerlo sono Claudio Capponcini e Natascia Guiduzzi

Fallimento dell'Unione dei Comuni nell'unificazione dei servizi di urbanistica? A sostenerlo sono Claudio Capponcini e Natascia Guiduzzi, consiglieri del Movimento 5 Stelle. In commissione comunale  congiunta  alcuni giorni fa è stata presentato l’accordo territoriale tra i singoli comuni e l’unione dei comuni della Valle Savio per la formazione dell’ufficio di piano e per la redazione dei nuovi strumenti urbanistici comunali. 

Rileva la nota: “Sulla carta unificare la programmazione urbanistica di uno stesso territorio, legato da interessi comuni, non farebbe notizia e invece fin dalla sua promozione questa soluzione ha fatto sorgere nei comuni limitrofi grossi dubbi e perplessità, così profondi da indurre i comuni stessi a sganciarsi dall’idea di “unione” (Verghereto) o addirittura rifiutarsi sin dall’inizio di parteciparvi (Sarsina). Di più: i comuni “ribelli” all’idea del PD di una gestione urbanistica comune, non faranno gestire il loro PUG (piano urbanistico generale) dall’Unione Valle Savio, ma si uniranno tra loro per la gestione diretta del PUG solamente “coordinata” dall’unione, presenza imposta per legge. In pratica facendo nascere 3 uffici di piano nella stessa Unione composta in tutto da 6 comuni! Cioè l’ente preposto per legge a governare i piani urbanistici comunali (LR 24/2017) non farà altro che accettare le decisioni dei singoli comuni ma senza nessuna capacità di controllo o responsabilità, senza alcuna possibilità di ottimizzazione delle risorse che sarebbe invece l’obiettivo primario”.
 
“Ma come biasimare chi effettua questa scelta, sopratutto quando si è un comune montano? I piani urbanistici per i comuni anche piccoli, sono una grossa fetta della credibilità e capacità di governo dell’amministrazione e nessun sindaco è disposto a farsi da parte per lasciare le decisioni per la sua comunità ad altri soprattutto quando il comune capofila è “ingombrante” come Cesena. 
Per noi è l'ennesima conferma della profonda crisi del progetto politico dell’Unione Valle Savio; un “ente” che il M5S ha sempre contrastato fin dalla sua origine, dimostrando a più riprese che la sua esistenza è dovuta solo al fine di nascondere ai consigli comunali le dinamiche di governo di importanti settori dell’amministrazione, dalla protezione civile ai servizi sociali, dai sistemi informatici e tecnologici al servizio prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro, e ovviamente anche della materia urbanistica”. 

“E così la volontà dell’amministrazione PD di Cesena, comune “ingombrante capofila” dell’unione Valle Savio, di appropriarsi di una fetta consistente dell’autonomia programmatoria di altri comuni, è stata smascherata prima ancora di nascere, senza possibilità di replica, dagli stessi sindaci dell’ “unione” che hanno puntato il dito da subito, questa volta direttamente, sulla avidità di potere della giunta di Cesena al di fuori dei confini del comune. Al consiglio comunale di giovedì voteremo no a questa ulteriore sofisticazione politica della vita dei piccoli comuni, perché crediamo che questo ulteriore strumento di prevaricazione dei diritti delle comunità locali, nascosta sotto le sembianze del risparmio e dell’efficienza, vada smantellato fin da ora”. 

“L'amministrazione di Cesena dovrebbe fermarsi e riflettere se la nostra presenza in quel contesto è utile o di ingombro per comuni così diversi dal nostro e farsi da parte lasciando nascere una nuova unione fra comuni simili. La stessa riflessione che i cugini forlivesi stanno facendo già da qualche mese. D'altronde la nostra presenza in quel contesto fu imposta dalla nostra giunta; ricordiamo che secondo la legge regionale la partecipazione dei comuni capoluogo di provincia era facoltativa e non obbligatoria.  Serve un doveroso ripensamento, proprio perché l'obiettivo delle unioni è giungere alle successive fusioni. Nel nostro caso i dubbi che le fusioni possano avvenire in futuro sono molti e in tal caso Cesena rimarrebbe al più un "centro servizi" per conto terzi”.

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