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Stangata sulla tassa sui rifiuti, Casali (Libera Cesena): "Utilizzare i dividendi di Hera"

Per il capogruppo Marco Casali si tratta di "aumenti sconsiderati rispetto al contesto economico delle famiglie e delle imprese"

Il gruppo Libera Cesena in occasione del consiglio comunale di giovedì proporrà un emendamento sulla tassa dei rifiuti (Tari) che prevede la possibilità di abbassare nel saldo di pagamento (previsto in autunno) utilizzando i dividendi provenienti da Hera. Per il capogruppo Marco Casali si tratta di "aumenti sconsiderati rispetto al contesto economico delle famiglie e delle imprese. Da qui la necessita di invertire la rotta utilizzando due leve. La prima relativa ai dividendi Hera e la seconda relativa al riversamento degli insoluti".

"In merito alla prima modalità si deve ricordare come il Comune di Cesena sia all’attualità socio del gestore (Hera) e come lo stesso deliberi annualmente un dividendo che negli ultimi anni si è attestato nell’ordine di più di 2.000.000 di euro all’anno - afferma Casali -. E’ quindi necessario impegnare la giunta affinché quell’importo possa essere utilizzato per ridurre complessivamente la tassa. Ciò, sulla base delle previsioni dei dividendi realizzati in questi ultimi anni, porterebbe ad una riduzione complessiva della Tari del 12% circa di quella prevista per il 2017. La questione potrebbe essere gestita a consuntivo nei saldi emessi".

"La seconda azione è relativa invece alla quota degli insoluti, il cui ammontare risulta particolarmente rilevante - prosegue il capogruppo di Libera Cesena -. Per il solo 2017 detto importo è stimato come pari a 558 mila euro. Ora, detta cifra come sappiamo è pagata dal Comune e riversata su tutte le famiglie e imprese effettivamente paganti. Una sorta di divisione e accollo della morosità. Detto sistema, seppur non particolarmente condivisibile, necessita però di una modifica che vada nel senso di ridistribuire gli insoluti recuperati a diminuzione della Tari".

"L’importo di detti insoluti è particolarmente rilevante. Nel 2014 stimato in 900 mila euro, e poi dal 2015 e fino al 2017 intorno al 550 mila euro anno circa - analizza Casali -. Insomma un importo che dall’anno di inizio della Tari somma a complessivi 2,5 milioni di euro. Una cifra considerevole. La proposta di emendamento va proprio in tale direzione affermando un principio per cui il recupero degli insoluti pregressi vada a ridurre l’importo complessivo della Tari".

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