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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Servono nuove cave: o la sabbia si esaurisce nel 2019

Il Consiglio Provinciale ha esaminato l’adozione della Variante al Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (Piae) della Provincia di Forlì-Cesena

Il Consiglio Provinciale ha esaminato l’adozione della Variante al Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (Piae) della Provincia di Forlì-Cesena. La variante ha seguito il complesso iter di “valutazione ambientale strategica” e di coinvolgimento, nella conferenza di pianificazione, delle associazioni economiche e sociali. Dopo l’approvazione da parte della Regione Emilia-Romagna del verbale conclusivo e dopo la pubblicizzazione degli esiti della conferenza di pianificazione, la Provincia con una delibera del Consiglio ha adottato la variante al Piae.

Tale variante è costituita dai seguenti documenti: Carta dello stato di fatto delle attività estrattive, Carta delle risorse disponibili, Carta delle proposte all’estrazione, Carta dei temi significativi definiti dal P.T.C.P., Carta degli ulteriori aspetti significativi del territorio, Carta degli ulteriori aspetti significativi del territorio. Carta delle zone di tutela delle acque superficiali e sotterranee definite dal P.T.C.P., Relazione; Studio di Incidenza; Valsat-Rapporto Ambientale; Quadro d’insieme delle previsioni, Carta delle zone incompatibili, arta dei temi sitospecifici, Schede delle aree zonizzate; Norme Tecniche d’Attuazione.

Ha presentato la delibera l’assessore all’Ambiente Luciana Garbuglia: “E’ un piano molto corposo. L’obiettivo del piano è individuare il fabbisogno del territorio provinciale in relazione a sabbia e materiale da scavo. Non è un’analisi legata esclusivamente dai consumi degli ultimi anni (800.000 mc annui in media). Per la precarietà delle funzioni della Provincia abbiamo ritenuto dare una visione lunga per individuare i fabbisogni fino al 2023. Senza il piano, con i consumi attuali, andremmo ad esaurimento nel 2019. Non abbiamo grandi cave di materiale particolarmente pregiato, che è soggetto in particolare alla fluttuazione di mercato. Attualmente circa il 70% di fabbisogno di sabbia o rocce da scavo viene dall’esterno. Nel nuovo piano abbiamo messo la previsione che se le concessioni già fatte nel piano precedente se non partono entro i prossimi 5 anni decadono. Tra queste e i nuovi siti si individuano un totale di una ventina di siti, tutte aree individuate come zone a rischio idraulico, che quindi andrebbero comunque scavate. Il fabbisogno stimato è di 39 milioni di metricubi, con una previsione di scavo potenziale di 37 milioni di metricubi. La programmazione dà la certezza di coprire il fabbisogno totale del territorio”.
 
La delibera è stata approvata senza dibattito coi voti favorevoli di Pd, Idv, Gruppo Misto e Rifondazione Comunista; contrari Lega Nord e Udc; astenuto PdL.
 

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