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Semplicemente Cesena: "Qual è l'orizzonte dell'area vasta?"

"Viviamo il grosso problema culturale del non voler comprendere adeguatamente la radicale trasformazione socio economica che ha investito tutto, dal sistema di formazione dei valori sociali a quelli politici."

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Viviamo il grosso problema culturale del non voler comprendere adeguatamente la radicale trasformazione socio economica che ha investito tutto, dal sistema di formazione dei valori sociali a quelli politici. Una trasformazione tale che sta cambiando anche le stesse modalità di delega della rappresentanza e della istituzionalità sulla presa in carico delle decisioni, mutando contestualmente i livelli intermedi dell'organizzazione sociale e lo stesso modo di pensare e relazionare.

Quale strategia costruire per rispondere alle sfide? Quale modello di riferimento per operare adeguatamente in ogni singolo territorio e quali decisioni politiche e tecniche prendere per accompagnare e sostenere i processi decisionali futuri continuando a garantire l'eccellenza dei nostri servizi e la particolare qualità della vita che caratterizza i nostri territori?

La realizzazione a breve delle città metropolitane pone con evidenza che tale cultura vasta, adesso necessaria, storicamente nel nostro Paese non è mai esistita. Ciò che ha sempre prevalso è l'organizzazione frammentaria dei territori, spesso in gara tra loro. La competizione, certo, può produrre anche risultati positivi, ma solo se il contesto lo permette, lo stimola e asseconda.

Di fronte ad una ricomposizione dei confini a livello globale, a tante e inevitabili trasformazioni internazionali, il nostro modello solo identitario e altamente conflittuale presenta evidenti limiti perchè è chiamato a dover rilanciare con risposte strategiche, economiche e politiche ampie e aggregate.

Semplicemente Cesena non ha dubbi che tale livello debba essere delineato sul confine di Area Vasta, un territorio da rendere ancora più competitivo perchè inclusivo e con una massa tale da poter sostenere con forza e credibilità la filosofia che sottende ogni strategia politica adottata e messa in atto.

Un'Area Vasta romagnola che conosciamo perchè già attiva in alcuni ambiti, che deve ulteriormente maturare abbandonando la logica della semplice sommatoria delle province e organizzarsi come una vera community che, partendo dalle eccellenze, dai caratteri identitari e dalla storia locale, risponde unitariamente con espressione politica,economica, sociale e collettiva, fortemente determinata Un nuovo soggetto politico aggregato che sappia attivare processi innovativi e che proprio sulla coscenza e consapevolezza del proprio territorio, si connoti attraverso una caratteristica rara e preziosa che contraddistingue i nostri cittadini: coesione e inclusività.

Certo è che tale dimensione politica ampia, strategica e romagnola, non può nè deve trascurare la territorialità di ogni singolo comune che, attraverso proprie elezioni, sceglie e decide il proprio livello di rappresentanza e mandato politico locale da realizzare. Un ruolo istituzionale di fondamentale valenza politica, che ha il compito di affrontare e tenere assieme i problemi e governare avendo un chiaro progetto e una visione ragionevolmente lungimirante della città. Un ruolo politico istituzionale che non può entrare in conflitto o confondersi con altri livelli di rappresentanza, pena l'ininfluenza del voto del cittadino e del suffragio amministrativo stesso.

Ma nelle trasformazioni in atto non si può certo trascurare il ruolo fondamentale dei territori grazie alle sensibilità e contributi provenienti dai quartieri dove si deve praticare una politica, certo propositiva, ma alternativa al sistema dei partiti. Il quartiere cioè deve UNIRE gli abitanti in una collettività attorno a dei valori, per raggiungere obiettivi comuni legati al miglioramento della stessa comunità e qualità della vita dei cittadini. Il quartiere è il livello dove si pratica e si concretizza la partecipazione e il civismo del cittadino ed è su queste sensibilità, dimostrabili attraverso esperienze passate, o nelle intenzioni future, che si deve operare la scelta per la composizione del consiglio di quartiere. Scelta non facile anche perchè in una città democraticamente emancipata i quartieri devono rappresentare partner critici, indipendenti e apartitici rispetto l'amministrazione comunale e costituiti in seno ad una militanza civica del territorio e non attorno a ideologie o linee politiche. Se trattiamo di rinnovamento della politica locale i quartieri devono rappresentare quindi una forma partecipata di "democrazia funzionale dei territori" alla città, piuttosto che una "democrazia partecipata della città" che già trova concretezza in altre espressioni civiche, come ad esempio l'associazionismo sociale, comitati, consulte ed altro.

Ma il cittadino per operare in questa dimensione ha necessità di maturare un particolare senso civico e questo si apprende, o almeno si sperimenta, nel luogo deputato per eccellenza al vivere insieme e alla cooperazione: la scuola. Le scuole dell'infanzia comunali, con il loro paziente lavoro, attenzione e alta qualità, rivestono, in questo articolato processo, un ruolo da protagonista dovendo portare a consapevolezza, socializzando, la dimensione etica e morale forte e innata nei bambini, per concretizzare e perpetuare l'essenza della democrazia, della cittadinanza e della partecipazione nei territori: il senso civico.

Gabriele Lucchi - Coordinatore Lista Civica Semplicemente Cesena

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