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Scultura della rotonda gettata, Cesena Siamo noi: "Un vulnus patrimoniale e culturale cesenate"

Il gruppo Cesena siamo noi interviene sul caso dell'opera 'La ruota umana' dello scultore Masacci, buttata in qualche discarica per sbaglio

"La recente vicenda della scultura di Amedeo Masacci ripropone con estrema gravità l’attenzione su due aspetti collegati ma distinti: da una parte, la gestione generale di qualsiasi bene mobile pubblico per conto della collettività, dall’altro nello specifico un vulnus del settore, quello della conservazione dei beni culturali in custodia al Comune, dalle collezioni librarie, ancora in parte allocate nella sede “provvisoria” e non adeguata del magazzino di via Piave, ai resti del villaggio minerario di Formignano, la questione dell’adeguata conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico si pone da tempo come un ambito critico".
Il gruppo Cesena siamo noi interviene sul caso dell'opera 'La ruota umana' dello scultore Masacci, buttata in qualche discarica per sbaglio.

"Rimanendo sui beni mobili, la questione si collega ad altre “sparizioni” del passato, come il pannello di Andrea Pazienza a copertura dei lavori di restauro della fontana Masini, di cui sembra si sia persa traccia nei magazzini comunali - continuano dal gruppo consiliare - Anche in un tempo più recente e in maniera diversa, abbiamo acquisizioni di fondi documentali acquisiti dal Comune che rimangono non valorizzati: accenniamo all’archivio della Famiglia Guidi (Donazione Bini-Smaghi del 2017) ceduto alla Malatestiana e per il quale non si hanno aggiornamenti in merito alla sua inventariazione e adeguata valorizzazione. La vicenda insomma non può certo essere derubricata a fatto fortuito e spiacevole, né a disquisizioni di merito artistico sull’opera d’arte, che oltre che pretestuose sono anche banalmente tardive (successive all’acquisizione con fondi pubblici!). Trattandosi infatti di un bene artistico divenuto pubblico, il valore che gli si è dato andava preservato. La gestione dell’inventario dei beni mobili del comune è un servizio soggetto alla normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari, per la cui gestione il Comune utilizza anche ditte esterne con investimento di ulteriori fondi: la possibilità che un bene mobile di proprietà del comune venga prelevato incautamente dai magazzini senza autorizzazione e venga distrutto chiama in causa responsabilità di una serietà che non va messa in secondo piano, in una vicenda che meritoriamente è stata portata alla luce da associazioni locali e altre forze di opposizione. Le responsabilità coinvolgono diversi assessorati, della sindacatura attuale e precedente. Di certo l’assessore alla cultura in carica, che prima garantisce il restauro e alcuni mesi dopo deve ammettere che della scultura se ne sono perse le tracce, dovrà relazionare in merito al controllo in essere sul suo settore, che si è dimostrato di certo fallace. Le responsabilità devono essere cercate adeguatamente, senza facili capri espiatori, bensì facendo luce su una vicenda che getta molte ombre sulle modalità di gestione delle proprietà del Comune".

Se a gennaio 2021 la scultura era in condizioni tali da richiedere un restauro, fanno notare, "è perché da ben prima giaceva in un luogo e in condizioni che ne avevano procurato il deterioramento: a rispondere quindi dovranno essere gli ultimi assessori alla Cultura, ma anche gli assessorati al Patrimonio e ai Lavori Pubblici, se utilizzano il magazzino, dovranno fare luce sulla vicenda, nelle sedi preposte e con la serietà e attenzione che una tale vicenda merita. Oltre all’aspetto patrimoniale, vi è quello culturale, possibilmente ancora più preoccupante. Se da un lato le attività e occasioni culturali risultano fortemente limitate dalla pandemia, il settore culturale cesenate di certo ha criticità tutte sue, originatesi ben prima dell’emergenza sanitaria. Limitandoci ai beni mobili, oltre ad un censimento di quanto di proprietà del comune, sottoscriviamo la necessità di un approfondimento, anche nelle competenti sedi consiliari, sullo stato di conservazione e attività di valorizzazione già svolte e/o in corso per beni mobili e immobili, anche ai sensi del Codice dei Beni Culturali che sancisce l’obbligo di conservazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali pubblici da parte delle amministrazioni comunali"-

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