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Richiedenti asilo, Morrone (Lega) e Farneti (Mercato Saraceno cambia): "È ora di dire basta"

"Le storie strappalacrime e le manifestazioni strumentali non convincono più, servono obiettività, pragmatismo e azioni concrete"

“È ora di dire basta alle storie strappalacrime per colpire la pancia della gente e di organizzare manifestazioni farlocche, dove non sono presenti neppure gli immigrati e di cui non si comprende la ratio, perché sono gli stessi fantomatici organizzatori che non sanno contro o pro chi manifestare”.

Commentano così la situazione dei richiedenti asilo Jacopo Morrone, segretario nazionale della Lega Nord Romagna, e Ombretta Farneti, capogruppo di Mercato Saraceno Cambia e membro del comitato Futuro Borello, che auspicano a un cambiamento di indirizzo. “Non siamo noi a dire che l’80% degli sbarcati non hanno diritto a rimanere in Italia perché non fuggono da guerre o persecuzioni, non siamo noi a dire che questi stranieri vengono raccolti a ridosso delle coste libiche da navi di sedicenti associazioni umanitarie che li scaricano poi sulle spalle dell’Italia per ragioni ben poco nobili, non siamo noi a denunciare abusi e interessi economici che stanno arricchendo enti, associazioni e privati che lucrano sulle spalle della tratta: chi lo afferma è l'Unione Europea, ma anche le commissioni parlamentari e le organizzazioni internazionali - proseguono Morrone e Farneti - Per cui è ora di dire basta al buonismo un tanto al chilo rivolto solo a questi immigrati, basta con le storie raccontate ma senza riscontri che, a volte, possono anche essere vere e da rispettare, ma per lo più rappresentano realtà difficili da giustificare. Alla stragrande maggioranza di questi immigrati vengono infatti negati l’asilo o qualche altro tipo di protezione temporanea, perché non ne hanno alcun diritto. La possibilità di ricorso qui in Italia viene praticata abitualmente, a spese degli italiani, consentendo la costosa permanenza in strutture dedicate di persone che dovrebbero essere, al contrario, rimpatriate, e la cui presenza nelle nostre comunità crea problemi, disagi e emergenze a cui non possiamo più fare fronte. Se non si parte da un esame della realtà, dei dati di fatto e delle scarse possibilità che l’Italia ha di poter accogliere decorosamente questi stranieri, è inutile e impossibile il confronto. Se si va avanti con le ‘passeggiate solidali’ o con la ‘convivialità’ si fa davvero poca strada sulla via della comprensione del problema e delle possibili risoluzioni, mentre si consentono gli abusi che ci tocca dover registrare, lo sfruttamento, ma anche la criminalità, il degrado e l’intolleranza reciproca. Di fronte a situazioni che coinvolgono nostri connazionali in estrema difficoltà, è veramente scandaloso che al centro dell’interesse collettivo non ci sia, in primo luogo, la risoluzione dei loro problemi e che non ci sia la volontà di dire basta alla politica autodistruttiva delle porte spalancate”.

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