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"Regione Romagna", i repubblicani: "E se invece riducessimo il numero dei Comuni?"

Il Partito repubblicano italiano di Cesena interviene sulla proposta avanzata qualche giorno fa da Lega Nord, che ha suggerito di indire un referendum per la costituzione di una "Regione Romagna"

Il Partito repubblicano italiano di Cesena interviene sulla proposta avanzata qualche giorno fa da Lega Nord, che ha suggerito di indire un referendum per la costituzione di una "Regione Romagna". "Una obiezione è assolutamente naturale: è necessario inventare un nuovo livello burocratico, preso atto che l’Italia affoga nella palude della burocrazia? - commentano i Repubblicani - Nel momento in cui sarebbe necessario ridurre il numero delle regioni ed eliminare quelle a statuto speciale, noi al contrario ne inventiamo una nuova. Nonostante il fatto che il primo che ebbe a parlare di Romagna sia stato alla Costituente Aldo Spallicci, oggi il Pri ritiene sbagliato pensare a dividere la Regione, anche perché questa operazione avrebbe l’effetto di aumentare la spesa pubblica corrente nel momento in cui sarebbe fondamentale realizzare una politica che la riducesse. Sembra, al contrario, che questo problema nessuno se lo ponga".

Il Pri formula poi una controproposta. "E se si riducesse drasticamente il numero dei Comuni? Non sarebbe forse questa un'operazione che darebbe al Paese una struttura più moderna e più confacente alle necessità? - proseguono i consiglieri - In tutti i paesi europei avanzati non esistono enti locali con popolazione inferiore a 20/ 30mila abitanti, perché solo quella dimensione garantisce agli amministrati servizi adeguati. Noi, al contrario, ci siamo inventati l’Unione del comuni, che non riduce la burocrazia e non risolve alcun problema. Ci vuole in questo momento il coraggio di fare scelte serie ed efficaci: bisogna che si realizzi una politica regionale più confacente ai problemi da troppi anni irrisolti. Solo l’Emilia Romagna ha la possibilità di realizzare un piano infrastrutturale che faccia da supporto alla nostra economia, che sostenga la nostra
agricoltura e il nostro turismo. In ogni caso arrivare a fare un referendum popolare per chiedere ai cittadini cosa ne pensano non ci dispiace, perché come repubblicani siamo sempre stati attenti ad ascoltare la voce degli amministrati".

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