rotate-mobile
Politica

Referendum costituzionale, Confcommercio: "Al voto per uno Stato 'light'"

Sul referendum costituzionale, in programma il 4 dicembre prossimo, interviene il presidente di Confcommercio cesenate, Corrado Augusto Patrignani

"Uno Stato che tratti i cittadini non da sudditi e sia in grado di rendere conto del suo operato, evitando lungaggini, ritardi, soprusi, inefficienze. Confcommercio cesenate tifa per uno Stato e una macchina amministrativa e cace e tempestiva, per un Parlamento che legiferi bene e in tempi celeri, per una presenza meno invasiva dei partiti, per la riduzione del numero dei parlamentari, per il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni". Sul referendum costituzionale, in programma il 4 dicembre prossimo, interviene il presidente di Confcommercio cesenate, Corrado Augusto Patrignani.

L'associazione di categoria, prosegue Patrignani, "è come sempre in prima linea nelle richieste di una tassazione più equa (non è sufficiente il taglio dell’Irpef dal 2018 annunciato dal premier): per trasformare la debole ripresa di oggi in una vigorosa crescita per i prossimi anni servono misure che rilancino la domanda interna. Certo: ben venga e sia fatto in fretta il taglio strutturale del costo del lavoro, ma come ha rimarcato il nostro presidente nazionale Sangalli oggi il vero e più grande cuneo riguarda l’inefficienza della spesa pubblica: ed è qui che si deve intervenire tagliando sprechi e inefficienze per reperire le risorse necessarie a ridurre la pressione scale su famiglie e imprese. Tutto questo è fondamentale e deve essere fatto in tempi brevi. Ma serve ancora di più".

"Dopo 70 anni di storia repubblicana siamo chiamati a ragionare se la Costituzione ha bisogno di essere riformata e migliorata: si avvicina infatti l’appuntamento col referendum costituzionale, fissato al 4 dicembre, per confermare o respingere la riforma Renzi-Boschi contenuta nella legge costituzionale approvata dal parlamento il 12 aprile scorso - prosegue Patrignani -. Un referendum pone sempre quesiti alla coscienza e alla scienza di ogni singolo cittadino e il voto è insindacabile. Confcommercio cesenate, fermo restando che ciascuno dei suoi associati è naturalmente libero di assumere nell’urna la posizione che ritiene e anche di non recarsi alle urne, ha tenuto a rimarcare che la questione costituzionale ci riguarda da vicino. Non è materia per dotti costituzionalisti, politici e addetti ai lavori, ma le domande di fondo poste dal quesito referendario interpellano ciascuno di noi".

Continua Patrignani: "Vogliamo eliminare i tempi lunghi del bicameralismo con Camera e Senato che fanno il medesimo lavoro, con quasi mille parlamentari che si rimpallano i provvedimenti, un esercito troppo numeroso di politici di professione che allargano i costi delle istituzioni. Con la riforma la Camera dei deputa ti diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al governo. E ancora: 63 governi in 70 anni, quanti ha raggranellato il nostro Paese, non sono forse troppi, anzi: esagerati? La durata media è 1 anno, 1 mese e 10 giorni. Dove si può presumere di andare con una barca il cui timoniere cambia così spesso e la scialuppa si attarda a litigare? Lo stesso titolo V è in discussione: con la riforma, una ventina di materie dalle Regioni, che non hanno dato oggettivamente grandissima prova di sé, tornerebbe alla competenza esclusiva dello Stato".

"Cambiamenti importanti, secondo chi scrive, tant’è vero che ho deciso di far parte del Comitato del Sì. Non mi interessa chi ha proposto la riforma, non guardiamo la parte politica ma, come sempre abbiamo fatto, stiamo sul merito delle questioni e ragioniamo se il cambiamento può far bene al paese e alle imprese. Le imprese vogliono uno Stato ‘light’, cioè più leggero, e efficiente, che sprechi meno risorse e ne destini di più allo sviluppo Uno Stato più efficiente che renda la vita più facile anche a chi fa impresa - conclude -. Uno Stato  partner dello sviluppo e non un suo rallentatore, come purtroppo ancora adesso è spesso. Ragioniamo allora, di qui al 4 dicembre, se la riforma della Costituzione oggetto del referendum può essere utile oppure no per andare in questa direzione". 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Referendum costituzionale, Confcommercio: "Al voto per uno Stato 'light'"

CesenaToday è in caricamento