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Referendum, l'appello di dieci sindaci: "Col "Sì" un iter legislativo più rapido e snello"

"Il confronto di queste settimane è importantissimo - esordiscono in una nota congiunta -. Siamo davanti ad un fatto straordinario, che merita il nostro coraggio"

Sono dieci i sindaci del cesenate si schierano per il "Sì" al referendum costituzionale di domenica prossima. Si tratta di Marco Baccini (sindaco di Bagno di Romagna), Ermes Battistini (Longiano), Luciana Garbuglia (San Mauro Pascoli), Filippo Giovannini (Savignano sul Rubicone), Matteo Gozzoli (Cesenatico), Paolo Lucchi (Cesena), Fabio Molari (Montiano), Piero Mussoni (Borghi), Monica Rossi (Mercato Saraceno) e Roberto Sanulli (Gambettola).

Coraggio - "Il confronto di queste settimane è importantissimo - esordiscono in una nota congiunta -. Siamo davanti ad un fatto straordinario, che merita il nostro coraggio, il nostro impegno alla mobilitazione perché ci siano luoghi e occasioni di confronto, per restituire alle persone il gusto della partecipazione democratica, per ripristinare la relazione tra istituzioni e cittadini, tra politica e comunità. Quella referendaria è un’occasione unica per rinsaldare le relazioni con i cittadini, che vedono nei sindaci i loro naturali e più vicini interlocutori. E quindi, come può un sindaco “chiamarsi fuori”?"

"Cosa cambierebbe per i Comuni con la vittoria del Sì?" - Illustrano i primi cittadini favorevole al "Sì": Anche per i Comuni la tornata referendaria è un passaggio chiave verso un’epoca nuova. Con la fine del bicameralismo perfetto, la trasformazione del Senato, la riduzione del numero dei senatori e l’abolizione delle Province, si ottengono importanti risultati: un iter legislativo più rapido e snello, un forte e diretto raccordo tra il nuovo Senato e le autonomie locali, una riduzione consistente dei costi della politica. Le modifiche al Titolo V, d’altro canto, permetteranno di risolvere i tanti, troppi conflitti di competenza tra Stato e Regioni che oggi creano tensioni tra i diversi livelli di governo e sovraccarico per i Tribunali amministrativi, a garanzia di un più efficace funzionamento della Pubblica Amministrazione e di un migliore rapporto tra i poteri. Si tratta di molte delle precondizioni indispensabili per far funzionare meglio questo Paese. E quindi, come ci diciamo da tanto tempo, anche per supportare l’opera delle nostre comunità".

Principi fondamentali - "Alcuni sostengono che la riforma costituzionale sia un'entrata a gamba tesa sulla Costituzione, ma non è così - aggiungono -. La Riforma mantiene fermi tutti i valori ed i principi voluti dai Costituenti, tanto che non si toccano i Principi fondamentali (articoli da 1 a 12 ) della Costituzione. Inoltre, è bene ricordarlo, dal 1948, quando entrò in vigore, la Costituzione è stata modificata più e più volte. Sempre con minori preoccupazioni di quante se ne vivano oggi.

Clima - Il referendum è stato fortemente politicizzato e tutto il Paese sta vivendo il confronto con una tensione fortissima. Per i sindaci che sposano il "Sì" servirebbe tornare al quesito referendario, senza caricare il confronto di significati per la gran parte solo politici e personali. Ci piacerebbe cioè che si ragionasse solo di ciò che cambierebbe votando "Sì" o "No", delle conseguenze, del merito e non invece delle persone che sostengono l’una o l’altra tesi. In queste settimane di campagna elettorale abbiamo cercato di spenderci in questa direzione perché il nostro, per fortuna, è ancora un territorio nel quale il confronto tra le persone resta un’abitudine positiva. Magari tendiamo ad alzare la voce, come si fa in Romagna, ma sempre nel totale rispetto reciproco, concludendo spesso la chiacchierata con una pacca sulla spalla ed una battuta.

E dopo il 5 dicembre, che cosa accadrà? - "Ci auguriamo che da qui al 4 dicembre tutti i nostri concittadini siano pronti ad ascoltare e ad approfondire, perché il voto consapevole al referendum è importante per ognuno di noi. Ma siamo certi che dal 5 dicembre ogni cesenate sarà pronto a rispettare l’esito referendario e ad affrontare con serenità il futuro di un Paese, che comunque vada, sarà diverso da quello attuale", concludono.

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