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Prorogato il contratto integrativo provinciale del settore commercio

FilCams Cgil, Fisasct Cisl e Uiltucs Uil della provincia di Forlì-Cesena esprimono soddisfazione per la proroga del contratto integrativo provinciale del settore terziario anche per il 2015

FilCams Cgil, Fisasct Cisl e Uiltucs Uil della provincia di Forlì-Cesena  esprimono soddisfazione per la proroga del contratto integrativo provinciale del settore terziario anche per il 2015 in attesa del rinnovo del Contratto nazionale di settore  in fase di discussione. "La proroga, non scontata del contratto integrativo, permette alle lavoratrici e ai lavoratori di attendere il rinnovo del contratto nazionale sapendo che fino a quella data nulla si modificherà in modo particolare rispetto alla modalità della prestazione lavorativa domenicale, di cui si confermano i criteri della volontarietà e della rotazione, all’esenzione della prestazione lavorativa domenicale per le mamme fino a 5 anni di vita dei figli, nonché rispetto alle maggiorazioni previste", chiariscono Maria e Lorena Giorgini di Filcams Cgil, Davide Guarini di Fisascat Cisl e Maurizio Casadei e Maurizio Milandri di Uiltucs Uil.

"Il risultato ottenuto, permette di affermare che si tratti del frutto di relazioni positive costruite negli ultimi anni con le associazioni di categoria in ambito provinciale a partire dalla condivisione delle difficoltà relative al Decreto Salva Italia e alla deregulation degli orari di apertura delle attività commerciali, come  la necessità di valorizzare i Centri Storici delle nostre città, e la gestione congiunta delle difficoltà economiche delle imprese tramite l’utilizzo di ammortizzatori sociali - continuano i sindacati -. Gli sforzi fatti nel territorio per la proroga del contratto integrativo provinciale non sono comunque sufficienti a risolvere i danni effettuati dalle liberalizzazioni degli orari degli esercizi commerciali che si sono rivelate come un costo aggiuntivo a carico delle imprese e un grave appesantimento delle condizioni di lavoro dei dipendenti".

E’ per questo che le organizzazioni sindacali, ricordando la facoltà dei dipendenti di astenersi dal lavoro per le giornate festive del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio, richiedono che "la discussione in questi giorni presente in parlamento per la definizione di chiusure obbligatorie degli esercizi commerciali non si fermi a 6 festività , come avvenuto nell’approvazione del testo alla Camera dei Deputati , e restituisca alle parti sociali e alle amministrazioni territoriali la facoltà di decidere in materia".

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