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Progetto Novello, Cesena Siamo Noi: "Si procede senza un confronto costruttivo"

"Se non fosse stato per l'intervento delle forze di opposizione, decise a far luce su questo mastodontico progetto da 50 milioni di euro, la collettività non avrebbe ricevuto altro che le solite informazioni promozionali", attaccano

Il movimento CesenaSiamoNoi torna sulla questione Novello dopo la commissione congiunta del primo marzo scorso: "Tra reticenze, risposte generiche, domande ignorate, ed argomentazioni standardizzate, i rappresentanti del partito al governo della città hanno riconfermato la propria linea politica. Quella di procedere senza un confronto costruttivo, tanto meno con la propria comunità di cittadini visto l'iter assolutamente criptico con cui è stata condotta l'intera operazione. Se non fosse stato per l'intervento delle forze di opposizione, decise a far luce su questo mastodontico progetto da 50 milioni di euro, la collettività non avrebbe ricevuto altro che le solite informazioni promozionali ed autocelebrative, naturalmente ex post le decisioni assunte".

"Lo stesso teatrino si è riproposto nell'ambito della suddetta Commissione, dove, in mancanza di contenuti da opporre alle argomentate domande dei rappresentanti di Libera Cesena, Movimento 5 Stelle e degli agguerritissimi esperti di CesenaSiamoNoi, gli avversari politici hanno preferito trovare appigli di carattere organizzativo, procedurale - prosegue il movimento -. Come l' errore evidente di comunicazione da parte dei tre presidenti delle Commissioni, che non hanno formalmente convocato, nè vigilato che l’amministrazione convocasse, in sede di commissione i tecnici del progetto. Errore  limpidamente  riconosciuto, ma che è stato subito strumentalizzato, a danno solo dei due presidenti delle opposizioni (rivelando una preoccupante visione politica anzichè tecnica a garanzia dei ruoli dei presidenti). Come se questi fossero aspetti prioritari, rispetto alla necessità di chiarire le scelte politiche e le relative assunzioni di responsabilità dei decisori di turno. Anche in tale occasione gli stessi non hanno saputo dare sufficienti spiegazioni  sul perchè l'Amministrazione Comunale si è "imbarcata" in questa impresa, il cui impatto avrà ripercussioni sulla città e sulle generazioni future per decenni".

"La commissione congiunta è stata invece rilevante per approfondire, finalmente in sede istituzionale, come voluto dai gruppi di opposizione, l’aspetto sociale del progetto, che sinora era stato toccato, solo a scopo promozionale nella campagna mediatica, capeggiata dal sindaco, tesa a promuovere il nuovo quartiere, accostandolo ai dati sull'emergenza abitativa, per giustificarne la realizzazione agli occhi dell'opinione pubblica. In sede di commissione congiunta, per la prima volta l’assessore Benedetti, ha finalmente chiarito che tale opera non risponde ai bisogni di chi è in una situazione di estremo bisogno, di chi affolla le liste per le case popolari, di chi è privo di reddito, di chi è sfrattato, ma  bensì di un'altra fascia di popolazione per altro indefinita, se non per i requisiti economici , deboli sì , ma sufficienti a sostenerne i costi", chiosano da CesenaSiamoNoi.

"Nel momento in cui le si è richiesto che cosa si è fatto allora per le persone in condizioni di estrema povertà abitativa (8.000 disoccupati, 1500 famiglie povere, 459 domande per l'assegnazione di case popolari, situazioni per altro da tempo note e  riportate dallo stesso Sindaco ed Assessore),  la stessa non ha potuto che riconoscere  il vuoto sul piano degli investimenti e  della ricerca di soluzioni strutturali. Per chi non si può permettere la casa, infatti rimangono solo provvidenze di tipo economico, che non rappresentano certo gli strumenti risolutivi  per  garantire il riconoscimento di diritti e condizioni  di vita dignitose ad ogni cittadino", proseguono.

"Sono rimaste senza risposte domande specifiche - insistono -. Quante nuove abitazioni per i nuclei in condizioni di grave indigenza sono stati  realizzati od acquisiti  dall'inizio legislatura? Quanti alloggi di Edilizia residenziale Pubblica sono stati ripristinati tra quelli vuoti perchè in attesa di interventi di ristrutturazione, in modo da renderli disponibili? E quanti sono invece stati (s)venduti, così da ridurre la già insufficiente dotazione di risorse comunali per i più indigenti? Tanto da far rilevare come a fronte di un enorme investimento di risorse pubbliche e private (con garanzie sempre a carico della Pubblica Amministrazione) per il progetto Novello, i cui destinatari non sono nemmeno ben identificati, le politiche della casa in risposta ai bisogni certi, quantificati ed irrisolti da anni, dei più indigenti, si riducano al nulla o poco più. Qui non si tratta pertanto di strategie politiche o di scelte tecnico-amministrative, qui si tratta di aver chiara o meno quella che è la scala di valori umanamente condivisa, e se questa manca, ogni altra considerazione diviene puramente superflua".
 

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