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Progetto Liberale: "Sull'Ausl unica c'è un inutile gioco delle parti"

Che l'unificazione sia inevitabilmente una scelta obbligata lo dicono da anni i bilanci delle nostre aziende romagnole e lo ha lasciato capire in modo inequivocabile la stessa ministra pidiellina Beatrice Lorenzin

"Leggiamo - scrivono da progetto Liberale - le prese di posizione di Denis Ugolini, favorevole, e di Tommaso Marcatelli, contrario, alla unificazione delle aziende sanitarie romagnole e ci pare di assistere ad un inutile gioco delle parti. Che l’unificazione sia inevitabilmente una scelta obbligata lo dicono da anni i bilanci delle nostre aziende romagnole e lo ha lasciato capire in modo inequivocabile la stessa ministra pidiellina Beatrice Lorenzin proprio nel corso della sua recente visita a Cesena, quando ha ricordato senza giri di parole che per la sanità “non ci sono più soldi”".

"Riteniamo quindi la posizione, testardamente contraria,  del Pdl a questa scelta una inutile battaglia di retroguardia che oltre tutto non propone nessuna alternativa concreta, se non mantenere uno status quo che non si regge più economicamente. Un dibattito serio e costruttivo invece dovrebbe essere avviato su come raggiungere questa unificazione e da questo punto di vista da tempo Progetto Liberale ha avanzato alcune proposte. A nostro avviso si deve, infatti, procedere spediti per una unificazione degli apparati amministrativo-burocratici delle aziende, cercando di cogliere l’occasione per semplificarli, ridurne le ridondanze e razionalizzarli".

"Da subito si devono unificare i centri d’acquisto delle Asl, per ottenere risparmi, spuntando coi fornitori prezzi omogenei e più vantaggiosi. Da subito inoltre occorre unificare le figure dirigenziali riducendone il numero, partendo ovviamente dal direttore generale che deve essere uno solo al posto dei quattro attuali. Sui criteri di scelta del nuovo direttore generale poi non credo si debbano fare troppi discorsi, deve essere scelto in base ad un curriculum che ne garantisca alte capacità manageriali dato che dovrà guidare una delle più grandi aziende del territorio. No quindi a scelte basate sull’appartenenza a partiti politici o anche ad associazioni religiose o altro, ma esclusivamente sulle competenze. Questa impostazione darebbe tempo e modo di valutare con più calma l’organizzazione dei servizi sul territorio, consentendo subito risparmi, ma consentendo al contempo di salvaguardarle specialità, i reparti, le strutture ed i servizi al cittadino che altrimenti, come la stessa ministra ha detto chiaramente, andranno inevitabilmente tagliati per motivi economici e noi temiamo che lo sarebbero in modo brutale, con l’accetta".

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