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Progetto liberale: "Acqua cara a Cesena, non è una novità"

Angeli (Pl): "Occorre cambiare i rapporti tra Hera, Romagna Acque e comuni, oggi troppo sbilanciato a vantaggio della Holding"

"Non è per noi una novità - scrive Stefano Angeli del Progetto Liberale - apprendere che i Cesenati pagano in media di 427,5 euro l'anno di bolletta dell'acqua, ovvero ben al di sopra della media nazionale che si aggira sui 310 euro. I dati forniti dall’Osservatorio prezzi & tariffe Cittadinanzattiva, e che fanno riferimento ai consumi del 2012, confermano ciò che da anni sosteniamo, ovvero che l’acqua di Cesena è una delle più care d’Italia, ed il cui costo non sempre è giustificato da una qualità costante".

"Persino in un anno particolarmente ricco di precipitazione come l’attuale infatti notiamo come già ad agosto la percentuale di acqua buona proveniente dall’invaso di Ridracoli s’è praticamente dimezzata a Cesena rispetto ai mesi scorsi, con il solito ricorso massiccio all’acqua dei vecchi pozzi di falda molto dura e di scarsa qualità. Da anni diciamo che l’acqua buona dell’invaso appenninico non è più sufficiente a soddisfare le esigenze di tutta la Romagna, specie nella stagione estiva dove gran parte di quest’acqua prende la strada della riviera, anche per usi non del tutto appropriati. Da anni osserviamo come occorrerebbe pensare alla realizzazione di un secondo bacino montano da affiancare a Ridracoli, noi proponemmo anni fa il bacino di Quarto, anziché spendere decine di milioni di euro per costosi potabilizzatori dell’acqua del Canale Emiliano Romagnolo, che è poi l’acqua assai inquinata del Po, struttura che era nata per altri scopi, irrigui ed industriali, e non per la potabilizzazione".

"Acqua poi che dal ravennate dovrebbe essere pompata in salita a destinazione con ulteriori costi energetici, mentre dai bacini appenninici scenderebbe a caduta gratis. Da anno poi chiediamo alle amministrazioni locali di rivedere radicalmente i rapporti tra Hera, Romagna acque ed enti locali, oggi troppo sbilanciati a favore di Hera, una holding che resta un soggetto ibrido ed incompiuto, metà privato e metà pubblico, che non soddisfa né le esigenze dei cittadini né assolve gli obbiettivi di economicità per cui era nata".

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