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Profughi a Cesenatico, la Lega: "Eravamo contrari e lo siamo ancora di più"

"Eravamo contrari alla presenza di questi stranieri a Cesenatico quando sembrava che il loro soggiorno dovesse durare sei mesi, siamo ancora più contrari oggi che si parla di arrivare alla fine del 2015 e forse al 2016"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Ci sono 77 extracomunitari (non sono ancora stati dichiarati profughi) ospitati nell'hotel affittato a questo scopo dalla CAD. Questi fruttano circa un milione di euro all'anno alla cooperativa. Soldi che eroga il Ministero. Poi c’è la sanità gratuita. Insomma, un affare. Ma come si raggiunge la cifra di 77 stranieri? Le responsabili della cooperativa hanno fatto sapere che 8 sono nigeriani, 13 del Bangladesh, 6 della Costa D’Avorio, 9 del Senegal, 7 del Mali, 16 del Gambia, 3 del Ghana, 9 della Guinea, 1 del Burkina Faso. I conti sono un po’ fluttuanti: di sicuro, tre immigrati sono scappati e nessuno sa dove siano e cosa stiano facendo. Per arrivare a 77 forse si sono aggiunti nuovi arrivi.

Insomma qualche dubbio c’è. Tra l’altro, si può a ragione ipotizzare che pochi di questi stranieri riceveranno lo status di rifugiato politico. Provengono infatti da paesi dove non c’è un particolare stato di guerra o di persecuzione, anche se la propaganda martellante dei buonisti terzomondisti (per i quali gli sbarchi sono soprattutto un affare) parla di “disperati che fuggono da guerra e fame”, appellandosi, di fatto, più all'emotività che alla ragione delle persone e sorvolando sulle sempre maggiori pretese dei nuovi sbarcati e sulla mancanza di solidarietà tra questi stranieri, spesso carnefici dei propri compagni di traversata. Noi non ci stiamo.

Eravamo contrari alla presenza di questi stranieri a Cesenatico quando sembrava che il loro soggiorno dovesse durare sei mesi, siamo ancora più contrari oggi che si parla di arrivare alla fine del 2015 e forse al 2016. Siamo contrari perché molti sono soggetti mantenuti a spese nostre senza averne diritto, in attesa di un improbabile status di rifugiato. Quando questo sarà negato definitivamente, cosa succederà? Non vorremmo che il Governo, una volta terminate le risorse, inventasse un provvedimento per cui ogni Comune si assume l’onere di mantenere gli stranieri dislocati nel proprio territorio, con l’obbligo di trovare loro casa e lavoro (o una disoccupazione

pagata) e di elargire bonus. Con buona pace dei disoccupati italiani e di un welfare sempre più povero che taglia i servizi. Non bisogna infatti farsi fuorviare dal discorso dei lavori socialmente utili, che, se pagati anche poco, dovrebbero essere rivolti agli italiani ormai stabilmente esclusi dal mondo del lavoro"

Il consigliere comunale della Lega Nord Enrico Dall'Olio

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