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Primo maggio, il richiamo di Lucchi: "Concentrare le energie sul lavoro"

"In questo primo maggio il tema del lavoro si staglia davanti ai nostri occhi con un'urgenza assai più forte rispetto al passato". E' quanto afferma il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi

"In questo primo maggio il tema del lavoro si staglia davanti ai nostri occhi con un’urgenza assai più forte rispetto al passato". E' quanto afferma il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi. "Da oltre un secolo - ricorda il primo cittadino - è diventato il giorno della Festa del Lavoro e non bastarono 20 anni di regime fascista – durante il quale questa ricorrenza venne soppressa -  per cancellarla dal cuore e dalla coscienza degli italiani: nel 1945, con la Liberazione, si tornò a celebrarla e da allora continuiamo a vivere questo primo giorno di maggio come un momento sì di festa e di riposo, ma soprattutto come occasione per riflettere sul significato profondo del lavoro – indicato dalla Costituzione come fondamento della Repubblica italiana – e sulle condizioni dell’occupazione, a cominciare dalla nostra realtà".

Illustra Lucchi: "In questo primo maggio 2013 il tema del lavoro si staglia davanti ai nostri occhi con un’urgenza assai più forte rispetto al passato. Infatti, al di là del quadro nazionale (che ritrae, se possibile, una situazione ancor più pesante), i dati relativi alla nostra Provincia e, contestualmente, quelli di Cesena ci parlano di migliaia di disoccupati. Fra loro ci sono tanti giovani che cercano inutilmente di entrare nel mondo del lavoro, e per questo non riescono a costruire progetti per il loro futuro. Ma c’è anche una quota altissima – mai registrata prima in queste dimensioni -  di persone che il lavoro l’hanno perso negli ultimi 12 mesi, trovandosi drammaticamente a fare i conti con lo sgretolamento delle proprie sicurezze personali e  famigliari, la diminuzione di una dignità sociale che, per tanti di noi, è determinata anche dall’autonomia che il lavoro garantisce. Questo accade nella Provincia di Forlì-Cesena, non più tardi di tre anni era al vertice della classifica per quanto riguarda il cosiddetto “Pil del benessere”, che misura la qualità della vita di un territorio".

"A Cesena - evidenzia Lucchi - in questi anni la Giunta ed il Consiglio comunale di Cesena si sono molto impegnati sui temi dell’innovazione, della trasparenza, del sostegno alle imprese ed alle famiglie più fragili. Lo abbiamo fatto con la tenacia di chi vuole far fronte ai problemi, agli obblighi di contenimento della spesa pubblica, al patto di stabilità, con l’unico obiettivo di mantenere quella coesione sociale avanzata, che ancora oggi riteniamo la nostra ricchezza più importante e che passa, in modo determinante, anche dalla possibilità di sopravvivenza delle nostre piccole e medie imprese".

"Tuttavia, oggi questo non basta più - rimarca il primo cittadino -. Anche da noi affiora deciso un diffuso sentimento di rabbia, solitudine, paura del futuro. Un sentimento che rende difficilissima la quotidianità di tanti e rischia di vanificare gli sforzi di ogni amministratore, ogni organizzazione sociale. Che impone una riflessione anche ai sindacati (che giudico personalmente una delle pietre angolari della nostra democrazia) ed a tutte le forme associative del Paese. Oggi più che mai è necessario concentrare ogni risorsa politica, intellettiva, di impegno quotidiano, attorno al lavoro, in tutte le sue accezioni".

"D’altra parte, questo è quel che chiedono – con fatica e con una grande dignità personale, che ammiro ogni volta di più - tante delle persone che si rivolgono ai Servizi sociali del Comune e che in più occasioni, ogni giorno, incontro anch’io - sottolinea Lucchi -. Si tratta di donne ed uomini di ogni età, che sempre più spesso hanno l’impressione di aver fallito anche personalmente e solo a fatica, quando li incontro, riesco a far loro  capire che anche qui, a Cesena, ci troviamo di fronte ad una crisi economica senza precedenti - almeno per la nostra generazione - e che nessuno può incolparsi di esserne rimasto vittima. Ma, ciò nonostante, nei loro occhi leggo la delusione per sogni che temono di non poter neppure più avvicinare, la difficoltà di trovare motivi di speranza, l’angoscia per quello che li può attendere".

Conclude il primo cittadino sottolineando di attendere "con ansia le prime decisioni del Governo che ha appena ottenuto la fiducia dal Parlamento. Come tutti ho una mia lunga lista di aspettative. Di una cosa sono però certo. Dopo questo 1 maggio, ogni giorno, il Governo avrà il dovere morale di garantire una nuova speranza al mondo del lavoro italiano ed una nuova dignità a tanti".

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