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Prima legge di bilancio del governo Meloni, Plumari (Pd): "Pugno duro con i deboli e debole con i forti"

Lorenzo Plumari (Segretario Pd Cesena) “È una manovra che esprime in modo compiuto un’idea di società: forte con i deboli e debole con i forti”

Sabato mattina il Partito Democratico di Cesena, insieme ai Giovani Democratici, è sceso in piazza per presentare una contromanovra di bilancio. "La prima manovra di bilancio del Governo Meloni è infatti una chiara redistribuzione alla rovescia, si fa il pugno duro con i poveri a fronte dei colpi di spugna verso gli evasori. Il Reddito di Cittadinanza, quello che Meloni chiamava “metadone di Stato” quando in realtà stava permettendo a numerose famiglie di affrontare una crisi economico-sociale drammatica, verrà cancellato. Ma non solo: del salario minimo non c'è traccia e la riduzione del cuneo fiscale, tema al centro anche della campagna elettorale di Giorgia Meloni, è del tutto inadeguato". Lo afferma il segretario del Pd di Cesena Lorenzo Plumari.

Dettaglia Plumari: "Di fronte alla terribile crisi inflattiva, infatti, il governo Meloni si limita a un intervento marginale e non efficace sul taglio del cuneo senza mettere in campo interventi più incisivi, che sono riservati esclusivamente ai lavoratori autonomi che, con l’estensione del regime forfettario a 85 mila euro, otterranno un vantaggio fiscale assolutamente sproporzionato rispetto ai lavoratori dipendenti. Ma non solo, vengono reintrodotti i voucher e viene, in questo modo, legittimato lo sfruttamento lavorativo, specialmente in settori come il turismo e l'agricoltura. Infine, per non farci mancare nulla, vengono tagliati 1.200 euro annui dagli assegni di circa 4 milioni di pensionati. Questa, in estrema sintesi, è la manovra di un governo che penalizza chi paga le tasse, non combatte l’evasione fiscale, smantella una misura di sostegno contro la povertà e non investe nulla su scuola e sanità che, a causa dell’inflazione, vedranno in questo modo tagli indiretti alquanto pesanti e lineari. Dunque, una legge di bilancio che accentuerà la crisi economico-sociale e che non darà nessuna risposta ai cittadini più fragili.C’è poi il tema energetico: gli aiuti contro il caro energia sono pari a 21 miliardi, sufficienti a coprire non più di 4 mesi, quindi assolutamente insufficienti per far fronte a una crisi che sta colpendo in modo drammatico famiglie e imprese. Non c’è poi nulla in merito al disaccoppiamento gas-rinnovabili. Dulcis in fondo, si fa per dire, da qualche giorno sono aumentati i prezzi di benzina e gasolio. Si tratta dell’ennesima giravolta, della promessa tradita o della parola rimangiata di Matteo Salvini che, ormai da anni, garantisce che una volta al governo avrebbe subito tagliato le accise, e invece il suo ritorno nelle vesti di vicepremier coincide con una riduzione, da 25 a 15 centesimi, dello sconto sulle accise. Quando si dice la coerenza prima di tutto. Siamo però certi che non si tratti di errori di valutazione, bensì di scelte politiche precise. È una manovra che esprime in modo compiuto un’idea di società".

Si avvia a conclusione Plumari: "Per questi motivi, e per raccontare le nostre controproposte, oggi siamo scesi in piazza. Noi proponiamo di aumentare, in modo graduale, il fondo sanitario fino al 7% del PIL. Un percorso che avevamo già cominciato quando eravamo al Governo ma che ora viene interrotto bruscamente, mettendo a rischio la sanità pubblica e territoriale. Proponiamo l’introduzione di un salario minimo, tenendo conto dei CCNL, un taglio strutturale del cuneo fiscale per dare respiro a quei lavoratori colpiti dalla crisi economica e inflattiva, la proroga di Opzione donna e APE sociale, il potenziamento della tassa sugli extraprofitti, così come il tetto nazionale al prezzo dell’elettricità (100 euro MVh) e l’introduzione di un “contratto luce sociale” per abbattere bollette di famiglie e imprese".

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