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Pri: "Delinquenza giovanile si diffonde nella società disagiata, ma anche in quella benestante"

"Il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio nella società italiana, sia in quella più disagiata e problematica che in quella benestante"

Anche il Pri cesenate attraverso Romano Fabbri, prende posizione sul problema della delinquenza giovanile in città:  "Il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio nella società italiana, sia in quella più disagiata e problematica che in quella benestante. Le espressioni attraverso le quali si manifesta  sono innumerevoli: tra le più frequenti troviamo furti, scippi, rapine, estorsioni, atti di vandalismo, violenza contro le persone, spaccio e uso di sostanze stupefacenti. Nei casi peggiori si arriva anche all’omicidio. Spesso si tratta di gruppi ben organizzati. I componenti provengono da contesti e situazioni sociali disagiate, anche se c’è da dire che sempre più spesso i gruppi sono nutriti da giovani di buona famiglia, benestanti, che scelgono la microcriminalità perché annoiati dal benessere e dalla vita comoda. Rimanendo in tema di emarginazione possiamo affermare che coloro i quali vivono in aree periferiche svantaggiate o appartengono a minoranze etniche sono più portati a commettere reati".

"Nella lotta alla criminalità - prosegue Fabbri - sono poche le innovazioni di competenza comunale così rivoluzionarie da debellare sul nascere il fenomeno. In termini fattibili e di efficacia lo strumento che dà i migliori risultati sono i video intelligenti connessi. Tramite le telecamere installate in luoghi strategici, la polizia municipale, la polizia militare, i vigili del fuoco e altri corpi di polizia devono condividere immagini e video, gestiti e distribuiti da un Centro operativo e di sorveglianza integrato 24 ore su 24. Il centro operativo è un pilastro importante che significa una risposta più rapida e un minor rischio di intervento errato o non necessario. Altrettanto importante è il fatto che queste informazioni migliorino anche la sicurezza dei primi soccorritori, preparandoli efficacemente a ciò che troveranno sul posto. Se questa sintetica analisi e questa strategia hanno ,almeno a nostro parere, una loro possibile efficacia per arginare il fenomeno bisogna anche ammettere che la politica adottata dalla nostra amministrazione comunale  va  in questa direzione. Ci sono ritardi nella rete di videosorveglianza dovuti principalmente a congruità di bilancio e molto da migliorare nella centrale operativa e coordinamento  di tutti i corpi di polizia".

Conclude Fabbri: "Il tema è di stretta attualità si può affrontare in vari modi anche dal punto di vista politico, due su tutti: cavalcare il diffuso allarmismo con propaganda elettorale e allora, in questa Italia, chi la spara più grossa avrà più consenso, oppure ragionare dire le cose come stanno o come a noi pare , consapevoli che un fenomeno complesso e in parte nuovo per la nostra città richiede collaborazione e sinergia da parte di tutti i soggetti preposti".
 

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