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Polemiche sulla sanità, Bulbi (Pd): "In Romagna al lavoro con l'Ausl per cercare soluzioni migliorative"

“Il Partito Democratico ha una certezza, in tema di sanità. Ed è che al primo posto vengono i cittadini e la salute di tutti. Il nostro modello, infatti, è quello di una sanità pubblica e universalistica"

“Il Partito Democratico ha una certezza, in tema di sanità. Ed è che al primo posto vengono i cittadini e la salute di tutti. Il nostro modello, infatti, è quello di una sanità pubblica e universalistica. Temo che né Fratelli d’Italia né la Lega possano affermare lo stesso principio” lo dichiara il consigliere regionale Pd Massimo Bulbi, in risposta alle recenti polemiche sollevate dal collega Pompignoli (Lega) e dalla parlamentare Alice Buonguerrieri di Fratelli d’Italia.

“L’Emilia-Romagna resta una delle Regione più avanzate in tema di organizzazione e gestione sanitaria pubblica. Lo abbiamo dimostrato nei momenti più bui dell’emergenza Covid e in quelli della campagna vaccinale. Ma l’obiettivo resta quello di migliorare, di aggiustare i percorsi e correggere dove e quando possibile per garantire servizi all’altezza delle aspettative nei centri più densamente abitati come nelle periferie – prosegue Bulbi che richiama come – Per arrivare a questo, il Partito Democratico e la Regione Emilia-Romagna con in testa il Presidente Stefano Bonaccini chiedono da tempo, e a tutti gli interlocutori che si sono succeduti in questi ultimi anni, che lo Stato centrale e il Governo garantiscano alle Regioni i contributi per le spese eccezionali sostenute per il Covid. Contributi che pensiamo vadano parametrati in base alle prestazioni erogate, al personale assunto e alle spese effettivamente sostenute. Non, come ipotizzato, in base alla popolazione residente perché una Regione come la nostra ha subito di più le conseguenze pandemiche e ha investito di più per gestirle e contrastare la diffusione del virus, è giusto che veda corrisposti fondi in base agli sforzi fatti. In Emilia-Romagna abbiamo avuto 800milioni di euro di costi extra per la pandemia e la crisi energetica: li abbiamo tutti recuperati nei bilanci della Regione, ma il loro rimborso ci era stato promesso prima dal governo Draghi poi da quello Meloni. Cifre stratosferiche, per rispondere agli aumenti energetici e delle materie prime per riscaldare, ammodernare e rendere più efficienti e accoglienti decine e decine di strutture sociosanitarie pubbliche in tutto il territorio regionale”.

“Questa è la nostra unica e sola faccia. E sono certo che Fratelli d’Italia e Lega, se di faccia ne hanno una sola, dalla Romagna andranno a bussare alle porte dei loro parlamentari ed esponenti nel Governo per chiedere che sia il Governo ad adempiere all’impegno preso. L’auspicio è che non si ripeta più lo scivolone fatto per il superbonus, con i partiti a livello locale che chiedevano al Governo di rinnovarlo, vedendosi sbattere in faccia la porta”.

“Così – prosegue ancora il consigliere regionale – come io e i Sindaci del territorio, primi filtri delle richieste ed esigenze della cittadinanza, abbiamo chiesto all’Assessorato regionale alla Sanità e all’Azienda Usl Romagna di rivalutare il servizio di automedica tenendo in considerazione non esclusivamente il parametro della popolazione residente nei diversi distretti, ma anche tempi di percorrenza ed eventuali difficoltà per raggiungere dalle periferie i punti di pronto soccorso nel territorio. Un’opzione sensata, che ha portato da parte del direttore dell’Ausl Romagna, all’apertura, dopo la soppressione della Mike42 di Meldola, a cercare soluzioni migliorative per il territorio e alla disponibilità dell’Assessore Donini di organizzare un confronto con sindacati, aziende e amministrazioni locali”.

“Un’ultima parola sui tempi di attesa. – conclude Bulbi – Sicuramente il sistema dell’emergenza/urgenza vive momenti di carenza di personale che dipendono da questioni antiche come la formazione universitaria. Ma è bene richiamare anche come per gli interventi e gli esami programmati, in Romagna abbiamo dati migliori rispetto alla media regionale. Non un punto di arrivo, ma certamente di partenza per affinare i servizi”.

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