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"Piccole imprese in estrema difficoltà", Bulbi scrive ai ministri: "Misure immediate"

Una lettera aperta del consigliere regionale ai ministri dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e dell’Economia Roberto Gualtieri

Una lettera aperta ai Ministri allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ed all’ Economia e Finanze Roberto Gualtieri. L’ha indirizzata il Consigliere Regionale Massimo Bulbi (Pd), in cui chiede immediate e urgente misure per progettare la tempestiva ripresa delle attività produttive e il loro sostegno con provvedimenti immediati.

“In queste settimane ho avuto contatti continui con le piccole imprese e con quelle già strutturate del territorio Cesenate e Provinciale - afferma il consigliere Bulbi - che mi hanno segnalato condizioni di estrema, drammatica difficoltà. E' stato giusto introdurre e vanno bene gli incentivi alla cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali, per garantire reddito alle famiglie, ma servono altri e urgenti, indifferibili provvedimenti straordinari per la ripresa delle imprese, spina dorsale del nostro sviluppo. Le imprese vanno salvate, non c'è un giorno da perdere”.

Ecco il contenuto integrale della lettera. “Illustri Ministri allo Sviluppo Economico Patuanelli ed all'Economia e Finanze Gualtieri, dobbiamo cominciare a pensare anche al ritorno alla normalità che non avverrà simultaneamente per tutti i territori, le imprese e le persone. Occorre pertanto creare le condizioni affinché ci siano effettivi supporti alle imprese che non lavorano, liquidità diretta senza le limitazioni e i tempi delle banche, modalità di garanzia per lo sconto dei crediti commerciali. Possiamo pensare infatti a tutti i finanziamenti possibili e immaginabili (che comunque saranno da rimborsare) a tutte le sospensioni o proroghe del caso (le quali tuttavia prima o poi saranno da onorare), ma se salta il ciclo virtuoso delle relazioni fra fornitori e clienti ci vorranno anni per ritornare alla normalità. Uno scenario letale da evitare con provvedimenti tempestivi ed efficaci".

"Per farlo, occorre intervenire in queste direzioni. Continuare a finanziare gli ammortizzatori sociali con tutte le risorse necessarie alle aziende.  Garantire un reddito di lavoro a tutte quelle attività che sono state obbligate a chiudere e che avranno un ritorno alla normalità più graduale rispetto alle altre. Queste imprese, molto spesso di piccolissima dimensione avranno probabilmente limitazioni negli accessi, nelle protezioni da adottare che ne condizioneranno l'operatività e allungheranno il ritorno alla normalità. I fatturati saranno ridotti e necessiteranno (ammesso che accada) di un tempo maggiore per tornare ai livelli precedenti. Questo reddito, che nel decreto di marzo è stato giustamente generalizzato, dovrebbe essere progressivamente differenziato, anche aumentandolo dagli attuali 600 euro in funzione delle dimensioni aziendali, del fatturato pregresso e dell'andamento dei primi mesi 2020".

"Al tempo stesso occorre immaginare modalità d'intervento straordinarie nelle entità e nelle modalità rispetto al passato. Ad esempio pensare che la liquidità delle imprese debba passare esclusivamente per il tramite bancario rischia di eliminare la possibilità di accesso per molte nostre imprese ed avere tempi di disponibilità estremamente prolungati e non compatibili con le necessità aziendali. Avere un'intervento dello stato, come garante di ultima istanza, per consentire alle imprese di indebitarsi per un anno a tasso 0 per importi fino al 50%del fatturato dell'anno precedente (o pari al fatturato dei mesi di marzo, aprile, maggio 2019) per pagamento degli stipendi e dei costi fissi di mantenimento (affitti, utenze e simili) sarebbe nello spirito della lettera di Mario Draghi sul ft e compatibile con le modalità d'intervento dell’ Helicopter money. Ovviamente le banche ( o la rete degli uffici postali tramite CDP) dovrebbero avere una funziona strumentale per l'erogazione senza nessun ruolo di valutazione. Al tempo stesso con la stessa logica si potrebbe pensare alla concessione di microcredito per le imprese più piccole. E evidente che un intervento a tasso 0 con garanzia 100 statale renderebbe superate almeno nel breve periodo e inutili tutte le altre forme d'intervento previste dal decreto CURA ITALIA (potenziamento del fondo centrale di Garanzia) e regionale (10milioni attraverso Confidi)".

"Nessuna iniezione di liquidità è garanzia per far funzionare il ciclo dei pagamenti fra aziende. Occorre trovare il modo per far sì che il credito commerciale delle aziende possa essere scontato presso le banche con garanzia dello Stato. La logica delle sospensioni e delle proroghe rischia di ingenerare un circolo vizioso in cui tutti, anche quelli che possono, rinviano i versamenti generando un danno per le risorse pubbliche e rischiando un intasamento di uscite finanziarie in determinati periodi successivi. Si potrebbe prevedere in campo fiscale la possibilità di pagare il dovuto nei tempi ordinari con uno sconto (5/10%) come credito d'imposta e trasformare l'ammontare dovuto per il 2020 in un debito triennale".

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