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Parco di Levante, M5S: "L'accordo con Cesena è come pagarlo due volte"

L'accordo tra i comuni di Cesena e Cesenatico per la cessione del Parco di Levante , di proprietà di Cesena ma su cui Cesenatico ha realizzato delle opere pubbliche nel corso del tempo, non trova d'accordo Alberto Papperini

L'accordo tra i comuni di Cesena e Cesenatico per la cessione del Parco di Levante , di proprietà di Cesena ma su cui Cesenatico ha realizzato delle opere pubbliche nel corso del tempo, non trova d'accordo Alberto Papperini, candidato sindaco del M5S. Che spiega: “E' come pagare due volte il parco di Levante”. “Dalle notizie di stampa si apprende che il Sindaco avrebbe concluso un accordo col Comune di Cesena riguardante l’acquisto dell’area del parco di levante, attraverso il pagamento di una somma di circa 4 milioni di euro, comprendente la cessione di parte della azioni Romagna acque spa e Unica reti spa al Comune di Cesena. Questo accordo non è mai stato condiviso pubblicamente né discusso in Consiglio Comunale e, trattandosi di denaro pubblico, è opportuno spiegare ai cittadini alcuni fatti”, rileva Papperini.

“Nel costo di 4 milioni di euro è compreso il terreno di 40 ettari di proprietà del Comune di Cesena, la piscina, il locale deposito (bunker), la casa colonica, l’impianto arboreo del parco e tutte gli altri interventi realizzati dal comune di Cesenatico nel corso del contratto di affitto. In sostanza i cittadini di Cesenatico si ritrovano a comprare beni che hanno già pagato in quanto la piscina, la viabilità interna e le restanti pertinenze sono state realizzate con i soldi dello stesso Comune di Cesenatico”, dice Papperini.

“Nella convenzione che regolava anche il contratto d’affitto sottoscritto nell’anno 1985 dal Sindaco Giovanni Bissoni, era stata inserita la clausola che allo scadere dell’affitto (2015) la piscina e gli altri immobili sarebbero passate direttamente nella mani del comune di Cesena. Appare pertanto chiaro che il contratto e' stato stipulato in forte squilibrio con l'inclusione di clausole inique ed eccessivamente onerose per il Comune di Cesenatico. A causa di una scelta contrattualmente dissennata non puo' pagarne una intera collettività”.

“Alcune domande al Sindaco Buda sorgono spontanee: perché nel corso della sua amministrazione, spiegando i fatti e discutendone in Consiglio Comunale, non e' ricorso ad una revisione del contratto prima della scadenza? Perché non ha intrapreso trattative col Comune di Cesena, coinvolgendolo in una progettazione che avrebbe messo entrambe le parti nelle condizioni di ottenere vantaggi? Perché oggi si vuole danneggiare ulterioremente l’interesse pubblico e le finanze del Comune? Il nostro Comune ha molti problemi ed è prossimo al dissesto finanziario e oggi vorrebbe cedere parte delle azioni di Romagna Acque spa e Unica Reti spa, la cui totalità rende al comune di Cesenatico circa 100 mila € annui e ci permettono di sedere, in quanto azionisti, al tavolo dove si decidono le sorti delle nostre reti idriche e fognarie. Oltre al mancato rendimento si indebolisce la sovranità del nostro comune nelle decisioni inerenti al ciclo acqua, reti fognarie e salvaguardia idrogeologica?”, conclude Papperini.

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