Nuovo Piano forestale regionale: più collaborazione tra pubblico e privato
Montalti: ‘Attenzione massima all’ecologia e alla tutela idrogeologica, valorizzazione della montagna’
“Il nuovo Piano forestale regionale approvato dall’assemblea Legislativa senza voti contrari, è frutto di due anni di ascolto e confronto tra Regione, comunità locali e associazioni – spiega la Consigliera regionale Pd Lia Montalti – Si focalizza ovviamente sugli aspetti ecologici, sulla tutela della biodiversità e dei cambiamenti climatici e sulla sicurezza idrogeologica, ma contempera anche gli aspetti economici legati agli aspetti produttivi”. In Emilia-Romagna, le aree forestali occupano un terzo della superficie complessiva pari a 611.000 ettari: 543.000 di questi sono boschi e solo il 3% è in pianura. Il 60% delle aree boschive ha vocazioni produttive, il 20% è di proprietà pubblica (32.000 ettari sono di proprietà regionale), il 30% è all’interno di aziende agricole.
Proprio per estendere le superfici boschive, realizzare interventi di forestazione e promuovere l’arboricoltura da legno, la Regione ha recentemente messo a disposizione oltre 10 milioni di risorse Psr, attraverso tre bandi rivolti ai proprietari di terreni pubblici o privati e ai loro consorzi. “Con il nuovo piano, soggetti privati e pubblici sono chiamati a collaborare per la crescita e valorizzazione del patrimonio boschivo regionale – prosegue Montalti – anche attraverso l’istituzione di un Albo regionale delle imprese forestali, siano esse cooperative o aziende agricole, e viene inoltre dato sostegno a più efficaci forme di associazionismo fra proprietari forestali”.
“Abbiamo pensato alla crescita coniugandola alla tutela ambientale. – conclude la consigliera Pd commentando il voto di oggi – Puntiamo alla conservazione e valorizzazione della nostra montagna e a favorire la rigenerazione dell’economia forestale e della filiera dei prodotti legnosi e non legnosi con un’attenzione alla modernizzazione delle procedure. Ci siamo posti l’obiettivo di realizzare nuovi boschi in pianura e nelle aree urbane pubbliche e private tramite interventi di piantumazione che diano priorità alle specie più idonee alla cattura degli inquinanti, migliorando così la qualità dell’aria”.