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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Territorio

"Non sono di serie B", battaglia di Bulbi per i comuni dell'Appennino esclusi dalle strategie per le aree interne

Massimo Bulbi (Pd): “Ai piccoli comuni dell’Appennino servono risorse per sopravvivere, chi vi abita non è cittadino di serie B”

Il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione penalizzano in particolare i piccoli comuni che scontano carenza di collegamenti e servizi. A livello nazionale, con la Snai (Strategia Nazionale Aree Interne), si è intervenuto per disporre specifiche progettualità in tali aree. “Tra le Aree Interne definite per legge, figura anche quella dell’Appennino forlivese-cesenate ma, a differenza di quanto auspicato e proposto dalla Regione, dalla Provincia e dal territorio – spiega il consigliere regionale Pd Massimo Bulbi – su diciotto comuni montani nella provincia di Forlì-Cesena, solo nove vi sono ricompresi”. Si tratta di Bagno di Romagna, Galeata, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Tredozio, Verghereto e Civitella di Romagna. “Restano esclusi Borghi, Sogliano, Roncofreddo, Dovadola, Modigliana, Meldola, Predappio, Mercato Saraceno e Sarsina” prosegue Bulbi.

“La Regione Emilia-Romagna ha provato a rimediare a questa mancanza attraverso la definizione di due protocolli, ovvero le Strategie Territoriali integrate Atuss (Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile) e Stami (Strategie Territoriali Aree Interne e Montane) a valenza strettamente regionale. Ma il problema rimane. – segnala Bulbi – Infatti, dei nove comuni che non sono ricompresi nella strategia nazionale, solo Mercato Saraceno e Sarsina rientrano in quelle regionali. Una bella notizia, se non fosse che Borghi, Sogliano, Roncofreddo, Dovadola, Modigliana, Meldola e Predappio restano esclusi da tutto”.

“Una discriminazione che non tiene conto della situazione reale dei comuni esclusi che hanno a che fare con una viabilità carente, poco sicura, che non rende facilmente accessibili i luoghi dove sono collocati i servizi essenziali (ospedali, scuole etc), una banda larga a macchia di leopardo, addirittura, in alcune aree, la mancata copertura della telefonia mobile. Qui poi il trasporto pubblico, compreso quello scolastico, non è sufficiente a rispondere alle esigenze della popolazione. Sono cittadini e cittadine come gli altri, non di serie B. – sostiene con fermezza Bulbi – Per questo chiedo con una interrogazione urgente, che discuteremo nella prossima seduta dell’Assemblea Legislativa, quali siano le motivazioni che hanno portato la Regione ad escludere quei sette comuni appenninici dalla riperimetrazione della strategia regionale e con quali misure compensative intenda colmare gli enormi disagi che i Comuni e gli abitanti di quell’area devono subire per la loro posizione geografica. I criteri con cui la legge definisce quali zone far rientrare nella Strategia Nazionale Aree Interne sono assurdi in quanto non tengono conto delle reali difficoltà che i cittadini di questi territori hanno nell’accedere ai servizi essenziali per i motivi sopracitati, con il conseguente reale rischio di spopolamento. Per tutti questi motivi chiedo alla Regione di intervenire con i Ministeri competenti per rivedere quella norma che individua quei criteri insensati che penalizzano anche i nostri nove Comuni”.

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